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Scoperta una nuova e insolita specie: "Mai vista prima"

Finora, nessuno lo aveva mai visto: un team di scienziati ha trovato il fossile di un antico esemplare di pterosauro caratterizzato da centinaia di denti uncinati.

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Rimasto “intrappolato” nella roccia per oltre 150 milioni di anni, oggi è finalmente tornato alla luce: si tratta di uno pterosauro dalle caratteristiche davvero particolari. Un team internazionale di scienziati ha scoperto questo fossile incredibilmente ben conservato, analizzandolo in dettaglio e giungendo alla conclusione che si tratti di un esemplare appartenente ad una nuova specie, il primo finora mai rinvenuto.

Che cosa sono gli pterosauri

Gli pterosauri, conosciuti anche come “dinosauri volanti”, sono dei rettili estinti da milioni di anni: secondo le più recenti teorie, sarebbero stati i primi vertebrati ad aver adottato il volo battente. Sebbene non si tratti di dinosauri veri e propri, condividono molte caratteristiche con questi ultimi. Hanno infatti convissuto nello stesso periodo, e si sono evoluti a tal punto da diventare creature gigantesche. E, proprio come i dinosauri, anche gli pterosauri sembrano avere molto più in comune con i volatili che con i rettili.

Nelle scorse settimane, alcuni paleontologi hanno trovato una nuova specie di pterosauro. Scavando un grande blocco di calcare contenente ossa di coccodrillo, all’interno di una cava tedesca, il team internazionale di scienziati si è imbattuto casualmente in un fossile davvero ben conservato che rappresenta un esemplare mai visto prima. Probabilmente, l’animale è stato sepolto in questo sedimento subito dopo la sua morte, e ciò potrebbe giustificare il suo perfetto stato di conservazione, che ha permesso agli studiosi di analizzare a fondo lo scheletro e ricavarne dettagli interessantissimi.

Le caratteristiche della nuova specie di pterosauro

Il nuovo pterosauro, battezzato con il nome di Balaenognathus maeuseri in onore di uno degli scienziati che ha partecipato alla scoperta e che è purtroppo scomparso prematuramente, appartiene alla famiglia dei Ctenochasmatidae. Già ad un primo sguardo, appare chiaro che questo esemplare presenta delle caratteristiche molto particolari. Il suo becco a spatola racchiude oltre 400 denti sottilissimi, molti dei quali sono piegati ad uncino. Una cosa che non si era mai vista in uno pterosauro.

“Le sue mascelle sono davvero lunghe e fiancheggiate da piccoli denti fini e uncinati, con minuscoli spazi tra di loro come un pettine per lendini” – spiega il professor David Martill dell’Università di Portsmouth, autore principale della ricerca – “La lunga mascella è ricurva verso l’alto come quella di un’avocetta e alla fine si allarga come una spatola. Non ci sono denti all’estremità della bocca, ma ce ne sono lungo entrambe le mascelle sino alla parte posteriore”.

Probabilmente, questo esemplare di pterosauro utilizzava i suoi denti come una trappola, e non per la masticazione. Secondo gli esperti, infatti, il Balaenognathus maeuseri si sarebbe nutrito di gamberetti e piccoli organismi marini catturati dal suo becco appena sotto la superficie dell’acqua. Quindi avrebbe filtrato via quest’ultima attraverso i denti, lasciando che le sue prede rimanessero incastrate all’interno della bocca. Un metodo di alimentazione che ricorda quello delle balene e di molte altre specie animali, tra cui le anatre e i fenicotteri.

“Questo pterosauro aveva denti nella mascella superiore e inferiore, che sono l’immagine speculare l’una dell’altra. C’è un altro pterosauro con più denti – lo Pterodaustro dell’Argentina -, ma quelli della mascella superiore sono tozzi e quelli della mascella inferiore sono ancora più lunghi. Quindi, questo nuovo esemplare è molto diverso dagli altri Ctenochasmatidae” – conclude il professor Martill nel suo studio, pubblicato su Paläontologische Zeitschrift.