Scoperte nuove specie negli abissi più profondi: il ritrovamento record
Cosa si nasconde nelle profondità oceaniche? Una recente indagine ha portato alla luce oltre 5.000 nuove specie diverse, un ritrovamento davvero incredibile.
Siamo ancora ben lontani dal conoscere cosa si cela davvero nelle profondità oceaniche, ma oggi ne sappiamo certamente qualcosa in più: nel corso di un’indagine esplorativa, sono state trovate oltre 5.000 nuove specie diverse, che non avevamo idea esistessero. E ora ha inizio la sfida più grande, proteggerle dall’attività estrattiva dell’uomo che ben presto comincerà proprio nei luoghi in cui è avvenuta questa scoperta da record.
L’indagine tra gli abissi dell’Oceano Pacifico
Al largo dell’Oceano Pacifico, tra le Hawaii e il Messico, si trova una vasta regione ricca di minerali che gli esperti hanno chiamato zona Clarion-Clipperton. Si tratta di un’area davvero enorme, grande circa 6 milioni di km quadrati (quasi il doppio dell’India), ed è nel mirino di diverse società di estrazione mineraria in acque profonde. Prima che le attività avessero inizio, rischiando di danneggiare permanentemente la biodiversità di questi luoghi, un team di biologi del Natural History Museum di Londra ha deciso di compilare un catalogo delle specie presenti negli abissi. Ed è emerso qualcosa di incredibile.
Gli scienziati, usando svariate tecnologie come veicoli telecomandati sul fondo dell’Oceano o semplici scatole per la raccolta dei campioni, sono riusciti a portare a galla centinaia di migliaia di creature marine, appartenenti in totale a 5.578 specie diverse. Di queste, l’88%-92% era ancora completamente sconosciuto alla scienza. “Sono sorpresa di quanto poco sappiamo in realtà” – ha spiegato Muriel Rabone, ecologa delle profondità marine e autrice principale dello studio comparso sulla rivista Current Biology – “Considerando che visitiamo la zona Clarion-Clipperton dagli anni ’60, e che è la regione abissale più esplorata, conosciamo ancora solo il 10% della sua biodiversità”.
Le nuove specie marine scoperte
Quelle che sono state scoperte nelle profondità dell’Oceano Pacifico sono oltre 5.000 nuove specie marine: un vero e proprio patrimonio di immenso valore, da proteggere a tutti i costi. Sono emerse inoltre molte informazioni su questa zona ricca di biodiversità, come ad esempio il fatto che i tipi di animali più presenti sono gli artropodi, i vermi, gli echinodermi e le spugne: “Ci sono specie davvero straordinarie laggiù. Alcune spugne somigliano a classiche spugne da bagno, mentre altre sembrano dei vasi. Sono semplicemente bellissime” – ha affermato Rabone.
Naturalmente, ci sono anche creature dall’aspetto bizzarro, che hanno sorpreso gli scienziati. È il caso di un animale che, per la sua consistenza gelatinosa, è stato soprannominato “gummy squirrel”, ovvero “scoiattolo gommoso”. Studiare queste nuove specie e il modo in cui abitano la zona Clarion-Clipperton è uno degli obiettivi degli esperti, perché permetterà loro di capire qualcosa in più su un’importante regione oceanica di cui, in fondo, ancora sappiamo davvero poco. Ma c’è qualcosa di più importante da fare.
Queste creature, appena scoperte, sono già in grave pericolo. Le attività di estrazione dei minerali che si celano nei fondali oceanici possono infatti compromettere gravemente l’habitat di queste specie, danneggiando la loro popolazione o persino spingendole verso l’estinzione. “È imperativo per noi lavorare con le aziende che cercano di estrarre queste risorse, per garantire che qualsiasi attività di questo tipo venga svolta in modo che limiti il suo impatto sul mondo naturale” – ha dichiarato il dottor Adrian Glover, ricercatore presso il Natural History Museum di Londra e coautore dello studio.