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Scoperto il più grande gruppo di esopianeti mai osservato

Vent'anni di dati raccolti dai più potenti telescopi hanno permesso la scoperta del più grande ammasso di rogue planets mai individuato: contiene oltre 70 esopianeti.

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I pianeti canaglia potrebbero essere miliardi: la nuova scoperta Fonte foto: 123RF - pitris

Li chiamano pianeti “canaglia”, o rogue planets, e sono quei pianeti che invece di orbitare intorno ad una stella vagano solitari nel vuoto cosmico. Sono poco meno di 30 in totale i pianeti canaglia scoperti dagli anni Novanta ad oggi. La notizia della scoperta del più grande ammasso di esopianeti canaglia mai osservata, dunque, è tutt’altro che scontata.

Gli esopianeti canaglia

Si chiamano esopianeti, in generale, tutti i pianeti che ricadono al di fuori del Sistema Solare. Tutti quelli che orbitano intorno ad una stella diversa dal Sole sono tecnicamente esopianeti, ma non tutti gli esopianeti rientrano tra i rogue planet – molto più difficili da individuare. La ricerca pubblicata recentemente su Nature Astronomy riguarda, in particolare, dei pianeti canaglia situati tra le costellazioni dello Scorpione e quella dell’Ofiuco, molto vicino quindi al centro della Via Lattea.

Si tratta di formazioni planetarie dalle dimensioni simili a quelle di Giove, e fanno parte di un gruppo di oltre 70 pianeti. Non ne erano mai stati osservati tanti tutti insieme: la scoperta ha dimensioni epocali, considerando che da quando fu osservato il primo rogue planet ne sono stati avvistati a malapena 28, tra cui alcuni ancora in attesa di conferma.

I pianeti nomadi sono particolarmente difficili da individuare proprio perché l’osservazione non è in alcun modo supportata dalla presenza di una stella che li illumini, o a cui fare riferimento per individuarne l’eventuale orbita.

Il più grande gruppo mai osservato

La scoperta del grande gruppo di pianeti canaglia è stata possibile grazie all’analisi dei dati di oltre vent’anni di lavoro e di dati raccolti dai telescopi dell’European Southern Observatory, il satellite dell’ESA Gaia.

Núria Miret-Roig, astronoma al Laboratoire d’Astrophysique de Bordeaux, è quindi riuscita a catturare i deboli segnali emessi dall’incredibile ammasso di esopianeti la cui formazione risale a diversi miliardi di anni fa.

“Non sapevamo quanti ne avremmo trovati” ha affermato Miret-Roig “ed è emozionante averne scoperti così tanti”: aver individuato un così vasto gruppo di esopianeti rogue, infatti, è un passo importante verso la comprensione dell’origine, e delle caratteristiche ancora perlopiù sconosciute, di questi grandi nomadi dell’Universo.

Per individuarli, sottolinea Miret-Roig, “abbiamo misurato i piccoli movimenti, i colori e le luminosità di decine di milioni di sorgenti in una grande area del cielo”. Soltanto una mappatura estremamente precisa di tutte le sorgenti di luce può consentire infatti l’individuazione dei segnali luminosi più deboli in assoluto, quelli emessi dai pianeti solitari.

Lo studio sembra suggerisce che possano esserci altri pianeti canaglia ancora da scoprire: “potrebbero essere miliardi”, sostiene Hervé Bouy, tra gli autori della ricerca.