La Terra si sta "consumando": l'allarme lanciato e i rischi a cui andiamo incontro
Consumiamo terreno fertile a un ritmo incredibile: colpa della cementificazione ma anche del fotovoltaico. Ecco la ricerca
In Italia ogni anno si bruciano quantitativi enormi di cibo. Scendendo nel dettaglio, si può parlare di ben 1 miliardo di euro ogni 12 mesi, a causa del consumo di suolo fertile. Un problema annoso per il nostro Paese, che va legandosi tanto alla cementificazione quanto al fenomeno del fotovoltaico selvaggio.
Suolo consumato
Anno dopo anno, l’Italia procede a erodere migliaia di ettari di terreni agricoli. Le modalità attraverso le quali tutto ciò avviene sono differenti e, nel corso degli anni, hanno subito modifiche. Basti pensare al fotovoltaico selvaggio nelle varie Regioni.
In termini concreti, tutto questo aggrava la nostra dipendenza alimentare dall’estero. Stando a una stima Coldiretti pubblicata, relativa a dati Crea-Ispra, lo scenario che emerge è allarmante. Il tutto è stato diffuso per la Giornata della Terra, celebrata il 22 aprile.
Il consumo estremo di suolo non si è fermato neanche nel corso degli ultimi particolari anni. Tanto la pandemia di Covid-19 quanto le guerre esplose hanno posto un freno a tutto questo. Il rapporto Ispra, in realtà, evidenzia come il tutto abbia subito un’accelerata. Abbiamo assistito alla “cancellazione” di 76,8 km quadrati di ettari di terreni.
Allarmante non soltanto la diffusione ma anche, se non soprattutto, la velocità con la quale tutto sta accadendo: 2,4 metri quadrati al secondo. L’analisi precedente era addirittura migliore di quella attuale. Per quanto negativa, infatti, risultava con un tasso inferiore del 10%. Ciò ci dice che, in toto, le superfici occupate ammontano a poco meno di 2,2 milioni di ettari. Ciò corrisponde al 7,14% del totale su scala nazionale.
Le cause dei danni
I danni generati dalla cementificazione sono parte del problema, ma non rappresentano la totalità. Si stanno aggiungendo sempre più quelli del fotovoltaico selvaggio. Coldiretti denuncia come le aree agricole produttive vantino ormai ettari di pannelli a terra.
Si tratta di impianti massivi, in molti casi realizzati da fondi di investimento speculativi: il risultato allarmante di un sistema normativo caotico. Alla base troviamo infine una quasi totale assenza di regolamentazioni di governo del territorio.
Di grande rilevanza il caso della Tuscia. La denuncia vede nella provincia di Viterbo un caso simbolo. Gli agricoltori della Coldiretti sono in lotta contro la realizzazione di ulteriori impianti fotovoltaici a terra, così come di pale eoliche. Per quanto tutto ciò ci indirizzi verso un sistema energetico non inquinante, o quasi, occorre tener conto di un altro impatto. In quest’area quasi la metà della superficie agricola utilizzata è occupata da pannelli. Peggiorare la situazione avrebbe dell’assurdo.
Ciò che viene proposto è un modello di transizione energetica differente. Si parla di imprese agricole protagoniste attraverso le comunità energetiche. Coldiretti sottolinea la necessità di impianti solari sui tetti, così come di agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra. In questo modo il reddito degli agricoltori verrebbe integrato con una produzione energetica rinnovabile. Territorio e colture ringrazierebbero di certo.
Ecco le parole del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: “L’erosione di terreni fertili mette oggi a rischio la sovranità alimentare del Paese ed è necessario invertire la rotta, mettendo finalmente dei paletti al fotovoltaico selvaggio. Un altro passo essenziale è accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.