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Sette nuove startup italiane entrano nel programma di incubazione ESA BIC Turin

Sette nuove startup italiane entrano a far parte dell'innovativo programma di incubazione ESA BIC Turin con progetti volti al futuro

esa-bic-turin Fonte foto: Esa Bic Turin

Sono sette le startup italiane attive nel campo della Space Economy, selezionate per prendere parte al programma di incubazione ESA, gestito da I3P con il supporto di Politecnico di Torino e Fondazione LINKS.

Piattaforme per l’osservazione della Terra, tute spaziali per la protezione degli astronauti, droni per l’esplorazione lunare: sono tanti i progetti innovativi delle giovani imprese entrate ufficialmente nel programma di incubazione ESA BIC Turin. La comunità di ESA BIC Turin raggiunge così la cifra di 15 startup incubate in circa un anno di attività, dopo l’inaugurazione a novembre 2021 e l’ingresso delle prime otto imprese.

Le nuove startup nel programma sono, nello specifico, DBSpace, Evolunar, Nabu, Orbital Outpost Italy, REA, SpaceMotionery e Stratobotic. Come le precedenti, le nuove aziende riceveranno un contributo finanziario zero-equity di 50.000 euro, destinato allo sviluppo del prodotto al centro del loro business plan e alla gestione della proprietà intellettuale. Otterranno anche servizi di consulenza imprenditoriale e legale, un supporto tecnologico, assistenza nelle operazioni di raccolta capitali e l’accesso a un’ampia rete di partner.

“La numerosità e la qualità dei progetti imprenditoriali supportati da ESA BIC Turin nel primo anno di attività confermano la vivacità e l’attrattività del nostro territorio per il comparto aerospaziale – ha spiegato Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino -. Il Politecnico di Torino è impegnato nel supporto allo sviluppo tecnologico di queste imprese per aumentarne le opportunità di crescita e affermazione sul mercato. La ricerca e i progetti sui fondi PNRR gestiti dal nostro Ateneo in ambito aerospaziale potranno ulteriormente alimentare nei prossimi anni le attività del centro di incubazione ESA BIC Turin”.

La selezione di startup continuerà anche quest’anno e la prossima scadenza per l’invio delle candidature è lunedì 6 marzo 2023. Sul sito web di ESA BIC Turin sono disponibili tutte le informazioni e i materiali per proporre il proprio progetto imprenditoriale ma anche segnalazioni di strumenti utili, bandi in corso ed eventi di settore interessanti per chi sogna di lanciare una nuova impresa.

Un network per l’innovazione spaziale

ESA BIC Turin è un programma di incubazione con lo scopo di promuovere lo sviluppo di un ecosistema locale attrattivo per la crescente imprenditoria dello spazio e per gli attori che le ruotano intorno. Fra i suoi obiettivi ci sono lo sviluppo delle startup ad alto grado di innovazione tecnologica e il coinvolgimento collaborativo degli stakeholder attivi nel settore della Space Economy.

Avviato a fine 2021, il programma ESA BIC Turin è gestito da I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino. Che opera con il supporto tecnologico del Politecnico di Torino e della Fondazione LINKS, in coordinamento con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che forniscono un contributo tecnico e finanziario. Il progetto è supportato dalla Regione Piemonte, erogatrice di una parte dei contributi alle startup, dalla Camera di commercio di Torino e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, che mette a disposizione delle aziende incubate strumenti di investimento innovativi per sostenere lo sviluppo tecnologico e la crescita.

startup-esa-bic-turinFonte foto: Esa Bic Turin

I progetti delle startup selezionate

Quali sono i progetti delle startup selezionate?

DBSpace propone una pompa elettrica avanzata per motori a propellente liquido e ibrido. Un sottosistema semplificato basato su un power drive elettrico che permetterà la riduzione dei costi e la flessibilità di missione.

Evolunar invece è una società spin-off del Politecnico di Torino che punta a sviluppare droni per l’esplorazione lunare, nello specifico verso siti difficilmente accessibili come lava tube, crateri e regioni in ombra. Ne è un esempio il suo LuNaDrone, uno spacecraft di 15 kg per il volo autonomo sulla superficie lunare. Il progetto lo rende compatibile con i lander lunari più piccoli e consente di mantenere un basso costo, evitando riprogettazioni complete al variare dei requisiti di missione.

Nabu sviluppa soluzioni IoT (Internet of Things) e di analisi dei dati satellitari al fine di migliorare la sostenibilità e l’efficienza nella gestione dell’acqua, nello specifico dei sistemi di irrigazione in agricoltura che sono responsabili del 70% del consumo idrico nel mondo.

Troviamo poi Orbital Outpost Italy che mira a diventare un fornitore di risorse critiche nello spazio, come idrogeno e ossigeno pressurizzati, acqua, calore ed energia. Proprio per questo sta sviluppando sistemi altamente efficienti per estrarre risorse in situ dalla Luna, soprattutto acqua ed energia solare.

REA nasce con l’obiettivo di offrire agli astronauti una soluzione per affrontare lunghi viaggi nello spazio. Il prodotto principale dell’azienda è una tuta spaziale intraveicolare (IVA) realizzata con un nuovo tessuto elastico brevettato, perfetta all’uso in tutte le missioni a microgravità e nell’esplorazione lunare.

SpaceMotionery è uno spin-off del Politecnico di Torino che propone una famiglia di apparecchiature di prova per consentire il collaudo di micro e nano-satelliti, ma anche per la formazione tecnica nell’ambito spaziale. Il primo prodotto della startup è un sistema a basso costo in grado di simulare gli effetti della luce solare.

Infine Stratobotic propone una piattaforma stratosferica (HAPS: High-Altitude Pseudo-Satellite) che opera a 20 km di quota dalla superficie della Terra e offre servizi simil-satellitari per le telecomunicazioni e l’osservazione del pianeta.

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