Sotto una chiesa la scoperta inaspettata: lo chiamano l'ingresso "degli inferi"
In Messico hanno scoperto qualcosa di misterioso e affascinante: un gruppo di archeologi ha trovato il leggendario labirinto "degli inferi".
C’è un sito archeologico in Messico che sta attirando l’attenzione degli esperti. Uno di quei luoghi alla “Indiana Jones” che sembra uscito da un kolossal cinematografico, ma che in verità nasconde tesori e segreti più che reali: siamo a Mitla, nel sud del Paese, e gli archeologi hanno eseguito una serie di scavi che hanno portato a una scoperta eccezionale. Sotto un edificio, una chiesa nello specifico, a quanto pare è emerso il cosiddetto “ingresso degli inferi”.
I nuovi scavi nel sito archeologico di Mitla
“Nel 1674, il padre domenicano Francisco de Burgoa descrisse l’esplorazione delle rovine di Mitla e delle loro camere sotterranee da parte di un gruppo di missionari spagnoli“, si legge nello studio del gruppo di ricerca del Progetto Lyobaa, avviato il 12 maggio 2023. Burgoa nei suoi scritti racconta di un enorme tempio sotterraneo costituito da “quattro camere interconnesse”, al cui interno si trovano le “tombe dei sommi sacerdoti e dei re di Teozapotlán”.
Ma il racconto giunge fino a un luogo ancora più oscuro: “Dall’ultima camera sotterranea – si legge ancora -, una porta di pietra conduceva in una profonda caverna che si estendeva per trenta leghe sotto terra”. Una caverna che, stando alla descrizione, sembra quasi uscita da un film di “Indiana Jones”, con una fitta rete di passaggi e il tetto sostenuto da pilastri. Ebbene, i nuovi scavi hanno confermato che esiste.
Hanno trovato un misterioso labirinto sotterraneo
Per verificare il racconto di Padre Burgoa, gli archeologi del Progetto Lyobaa si sono serviti di “tre diversi metodi geofisici per la scansione del sito, tra cui il Ground Penetrating Radar (GPR), la tomografia della resistività elettrica (ERT) e la tomografia del rumore sismico”.
“I ritrovamenti confermano l’esistenza di ampie camere e cunicoli sotterranei al di sotto del gruppo di chiese dell’antico sito, nella stessa località che secondo i documenti coloniali e la tradizione locale era l’ingresso al grande tempio sotterraneo di Lyobaa”, si legge nello studio. Lo stesso che ha rivelato le tracce di costruzioni precedenti al Palazzo delle Colonne, il monumento antico più importante e meglio conservato di Mitla, così come di alcune “anomalie geofisiche” riconducibili a tombe sotterranee.
“Quando gli edifici furono costruiti dagli antichi zapotechi più di 1.000 anni fa, sarebbero stati usati come tempio religioso e conosciuti come Lyobaa – il ‘luogo di riposo’. Diverse tombe sembrano far parte della rete sotterranea, che si trova a circa 5-8 metri sotto la superficie“, spiegano gli archeologi. Gli zapotechi erano, infatti, molto legati al culto religioso e credevano fortemente negli inferi, oltre ad adorare molti dei e svolgere rituali molto specifici. Secondo gli esperti, il tempio di Mitla è stato “attivo” fino a quando gli Aztechi prima e gli spagnoli poi hanno preso il controllo della regione e quel luogo in particolare è un labirinto di camere e passaggi nascosti che rappresenta una sorta di “ingresso agli inferi”.
Si tratta solo della prima parte di un ampio programma di studi e scavi del sito archeologico di Mitla. Il secondo appuntamento è previsto per settembre 2023 nel Calvario (o Adobe), nel Gruppo Sud e anche nel Gruppo Arroyo, scansionato a sua volta alla ricerca di possibili camere sotterranee. Questa ricerca ha una grande importanza storica, ma è finalizzata anche alla valutazione del rischio sismico e geologico di questi monumenti, che sono un patrimonio unico da proteggere a tutti i costi.