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SCIENZA

Uno specchio antichissimo trovato in una tomba rivela la storia di una donna misteriosa

Cosa ci fa una donna di origini greche in una tomba vicino a Gerusalemme, sepolta con un prezioso specchio di bronzo? Forse sappiamo di chi si tratta.

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Gli archeologi hanno riportato alla luce nei pressi di Gerusalemme un luogo di sepoltura che si distingue da tutti quelli trovati finora nella stessa area. Era inevitabile che attirasse subito la loro attenzione e non solo per via dei tesori contenuti al suo interno. Un oggetto in particolare ha stuzzicato la curiosità dei presenti: un antichissimo specchio che racconterebbe la storia di una donna misteriosa.

L’antichissimo specchio ritrovato in Israele

Emergono nuovi dettagli in merito a uno degli ultimi, sorprendenti scavi operati dagli archeologi in Israele. Ancora una volta il lavoro di ricerca si deve agli archeologi dell’Autorità Israeliana per le Antichità che da tempo si occupa dell’area compresa tra la città di Hebron e Gerusalemme. Qui erano stati già riportati alla luce resti umani e oggetti di pregiata fattura, ma stavolta la scoperta ha qualcosa di diverso.

Ad attirare l’attenzione degli archeologi è stato in particolare uno specchio di bronzo decorato risalente a circa 2.300 anni fa, appartenente a una donna. La stessa le cui ossa carbonizzate sono state rinvenute proprio all’interno della sepoltura, segno di un processo di cremazione avvenuto post mortem, la “prima prova in Israele di cremazione avvenuta nel periodo ellenistico”, come ha precisato il dottor Guy Stiebel dell’Università di Tel Aviv.

Lo specchio è racchiuso in una scatola pieghevole del tipo già rinvenuto nelle sepolture greco-ellenistiche, suggerendo dunque che la donna in questione avesse origini greche. Ma c’è di più, perché a differenza degli oggetti di questo tipo trovati in precedenza, generalmente decorati con incisioni di figure femminili o divinità e parte della dote delle spose di alto rango, questo presenta un semplice motivo di cerchi concentrici piuttosto insolito per l’epoca. “Questo è solo il secondo specchio di questo tipo scoperto finora in Israele”, ha affermato il professor Liat Oz, uno degli archeologi che ha condotto di recente gli scavi nel quartiere Talpiot di Gerusalemme.

La misteriosa donna greca sepolta vicino a Gerusalemme

Un oggetto raro con decorazioni particolari, prezioso e costoso per l’epoca. Che appartenesse a una donna di origini greche sepolta vicino a Gerusalemme rende il fatto ancor più curioso. Come è arrivata fin lì e perché all’interno della sua tomba sono stati ritrovati reperti che sembrano parte di un corredo tipico di una persona di alto rango, per cui il denaro certamente non doveva essere un problema?

La misteriosa donna, in realtà, non vanterebbe origini nobili né sarebbe la sposa di un soldato o un generale. Anzi, tutt’altro. Secondo le analisi effettuate sui suoi resti, si tratterebbe di una giovane di età compresa tra i 20 e i 30 anni sepolta circa 2.300 anni fa in seguito alla sua morte, di cui finora non si sono scoperte le cause. E sarebbe stata una hetaira, parola che all’epoca definiva quella che oggi chiameremmo “cortigiana”.

Lo specchio sarebbe, quindi, un dono ricevuto da un uomo di alto rango, possibilmente suo cliente. I ricercatori hanno fatto luce su un fatto storico già noto, di cui per la prima volta abbiamo prove effettive: “È molto probabile che questa sia la tomba di una donna di origine greca che accompagnava un membro anziano dell’esercito o del governo ellenistico”, si legge nello studio. Una consuetudine tra i militari di alto rango che combatterono nelle campagne di Alessandro Magno e nei conflitti successivi alla sua morte, avvenuta nel 323 a.C., che videro i generali scontrarsi tra loro proprio per decidere chi avrebbe preso il suo posto.

Queste cortigiane non venivano pagate semplicemente per favori sessuali, ma avevano il compito di intrattenere i militari con spettacoli, poesie, danze. Erano donne istruite e colte. I ricercatori sperano adesso di far ulteriore luce sull’identità della donna sepolta in Israele e sull’uomo che l’aveva portata con sé dalla Grecia.

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