L’incredibile storia delle Olimpiadi disputate sulla Luna
La Luna ha fatto da sfondo alle Olimpiadi più particolari della storia, quelle disputate nel 1971 e nel 1972 in occasioni delle missioni della NASA
C’è poco da fare: la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta del secolo scorso sono stati il periodo d’oro dell’esplorazione lunare. Il nostro satellite ha “accolto” per la prima volta l’uomo nel 1969 e ha fatto da sfondo persino agli eventi più impensabili, come ad esempio una versione molto particolare delle Olimpiadi. Non fu uno scherzo, ma qualcosa di molto serio.
Ormai si può fare di tutto sulla Luna, persino coltivare, dunque non bisogna stupirsi più di tanto se nel 1971 ci siano stati dei giochi olimpici in assenza di gravità. Si approfittò del fatto che le Olimpiadi vere, quelle di Monaco di Baviera, fossero vicine – per organizzare una versione non proprio comune.
Le prime Olimpiadi sulla Luna coinvolsero gli astronauti dell’Apollo 14, vale a dire Ed Mitchell e Alan Shepard. La regolite diventò il campo di gara, non proprio ideale, per il lancio del giavellotto e per qualche sfida a golf. La prima edizione è stata però presto dimenticata per la lasciare spazio alla seconda, molto più sofisticata e piena di agonismo. Nel 1972 gli astronauti dell’Apollo 16, John Young e Charles Duke, promisero di battere i record terrestri, non un’impresa difficile a causa dell’assenza di gravità. Prima della missione vera e propria ci furono molti allenamenti sulla Terra, una serie di discipline sportive da replicare sulla Luna.
Poca praticità con lo sport
Duke e Young rimasero sul nostro satellite poco meno di tre giorni e, tra una raccolta di campioni e un esperimento scientifico, si cimentarono con lo sport. In realtà si trattò di tentativi piuttosto maldestri. La NASA ha conservato tutte le conversazioni di quei momenti, dunque è possibile ricostruire la storia delle Olimpiadi lunari con una certa precisione. Young fu senza dubbio il più propositivo dell’equipaggio, tanto da azzardare sia il lancio del giavellotto che quello del martello. Oggi il satellite potrebbe diventare una riserva di aria respirabile, mentre mezzo secolo fa rappresentò lo sfondo per una rivisitazione dell’atletica.
Una tragedia sfiorata
Gli strumenti sportivi tradizionali non potevano essere portati sulla Luna e, per queste seconde Olimpiadi, si utilizzarono pezzi di equipaggiamento, nello specifico quelli non più utili per la missione Apollo. Tra l’altro, come raccontato dai protagonisti in seguito, poteva scapparci persino la tragedia. Il salto in alto lunare non fu quello che si sarebbe immaginato a causa della gravità ridotta e del peso non indifferente degli astronauti (quasi 2 quintali a causa degli zaini che indossavano). Duke riuscì a compiere un bel balzo di oltre un metro, cadendo però all’indietro proprio per colpa dello zaino.
L’attrezzatura vitale si sarebbe potuta rovinare, provocando anche una decompressione fatale. L’astronauta ha ricordato quel momento con il grande panico provato, visto che la morte sarebbe stata immediata. Fortunatamente non ci fu alcun danno e la missione proseguì normalmente. L’inconveniente suggerì di lasciar perdere per sempre le Olimpiadi lunari, che infatti non sono state mai più organizzate. Magari in futuro ci sarà una nuova edizione: quello che oggi si può fare sulla Luna, come ad esempio l’installazione della rete internet, un tempo non era possibile, quindi mai dire mai.