Impronte scoperte nel Galles, svelato il loro mistero
Ad analizzare il sito sono stati gli esperti del National History Museum. Trovate un anno fa da un paleontologo, sono i segni lasciati da un sauropode del Triassico di 200 milioni di anni fa.
Non solo il Dorset in Gran Bretagna è una ricca fonte di tracce storiche del mondo di milioni di anni fa, dei recenti ritrovamenti a Penarth, nel Galles, hanno rivelato un’interessante scoperta. Lo scorso anno, un paleontologo dilettante, Kerry Rees, ha individuato una serie di impronte nel terreno gallese che oggi sono state descritte in un nuovo articolo, pubblicato sulla rivista Geological Magazine. Si tratta di tracce lasciate da un sauropode del Triassico 200 milioni di anni fa.
Le impronte nel Galles
Kerry Rees ha scattato delle fotografie dell’area che stava visitando a Penarth e le ha inviate al National History Museum di Londra. La paleontologa del museo Susannah Maidment ha rivelato che ciò che si vedeva nelle immagini meritava di essere approfondito e sono così iniziati nuovi studi sul territorio gallese. In realtà, il sito era stato precedentemente visitato da altre squadre provenienti da varie parti del mondo, per esempio una dalla Francia, un’altra dalla vicina Università di Cardiff e una che includeva Cindy Howells del National Museum of Wales, che è anche una delle coautrici della nuova scoperta.
Il paleontologo Paul Barrett ha spiegato che inizialmente i team avevano escluso che i segni sul terreno potessero essere impronte a causa della mancanza di dita e dell’ampia distanza una dall’altra. Fortunatamente, però, la squadra francese aveva scattato delle foto del sito che hanno permesso agli scienziati dell’NHM di vedere che, all’epoca della ricerca, c’erano effettivamente delle caratteristiche nelle impronte che sembravano dita dei piedi: questi segni più piccoli erano semplicemente stati cancellati dalle intemperie nei 10 anni successivi all’indagine francese.
La scoperta su cosa sono le impronte nel Galles
Una volta chiarito di avere davanti delle impronte, restava da scoprire a chi appartenessero. Tracce come queste “non sono particolarmente comuni in tutto il mondo”, ha detto Barrett, e “il numero di dinosauri del Triassico nel Regno Unito è piuttosto piccolo”, ma c’erano alcuni indizi nelle vicinanze che potevano indicare una pista da seguire nell’analisi. “Sappiamo che i primi sauropodi vivevano in Gran Bretagna all’epoca”, ha spiegato Maidment, “poiché ossa di Camelotia, un sauropode molto antico, sono state trovate nel Somerset in rocce risalenti allo stesso periodo”. I ricercatori ritengono che proprio uno di questi primissimi sauropodi sia responsabile delle tracce. Si tratterebbe di un Eosauropus, un’antica specie di sauropode che, nel corso delle successive decine di milioni di anni, si sarebbe evoluto in alcuni dei giganti più iconici dell’era giurassica, come il Diplodocus e il Brachiosaurus.
Intanto in Cina è stato trovato un uovo di dinosauro, nello specifico un embrione perfettamente conservato di un oviraptorosauro; mentre tracce di vita di questi giganteschi animali del passato sono state individuate anche in Italia. Nel Bel Paese sono stati scoperti tra i sette e gli undici nuovi fossili vicino a Trieste, nel Villaggio del Pescatore. Uno di questi fossili, tra l’altro, è praticamente intatto. Tra le ultime scoperte c’è poi quella di una nuova specie di dinosauro dal naso grosso, a identificarlo è stato un medico di famiglia in pensione e l’esemplare ha un osso nasale bulboso unico.
Stefania Bernardini