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Perché alcuni Stati stanno introducendo una tassa sugli animali

In Nuova Zelanda, è stata introdotta una tassa sugli animali che interverrà sul cambiamento climatico, limitando le emissioni di metano

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Tassa sugli animali Fonte foto: 123RF

In Nuova Zelanda, hanno trovato un modo per poter ridurre le emissioni di metano prodotte, introducendo una tassa sugli animali. Questa nuova iniziativa contribuirà alla riduzione dei gas serra, combattendo il cambiamento climatico del nostro pianeta.

Come viene emesso il metano?

Il metano è il secondo gas serra più diffuso dopo l’anidride carbonica ed è uno dei principali responsabili del riscaldamento globale. Il 40% di questo gas proviene da fonti naturali, ma le attività degli umani, come ad esempio quella agricola, aumentano ulteriormente la produzione del metano, provocando danni molto seri al nostro pianeta.

Nel 2019, il metano nell’atmosfera ha raggiunto livelli record, superando le quantità registrate durante l’era preindustriale. Quello che preoccupa gli scienziati è il fatto che questo gas contribuisca al riscaldamento globale molto di più rispetto alle emissioni di CO2. Nell’atmosfera c’è sicuramente molta più anidride carbonica, ma le singole molecole del gas metano possono rimanere per centinaia di anni. L’influenza del metano sul riscaldamento globale è molto più potente rispetto a quella delle emissioni di CO2 ed è quindi necessario ridurlo, in particolar modo quello degli animali.

Durante la conferenza ambientale COP26, tenutasi a Glasgow nel 2021, gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno concordato di ridurre il metano del 30% entro il 2030 e più di 100 paesi, tra cui proprio la Nuova Zelanda, hanno aderito all’iniziativa. Se ognuno dovesse fare la propria parte, ci sarà la concreta possibilità di migliorare la situazione ambientale e climatica del nostro pianeta.

La tassa sugli animali in Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda ospita circa cinque milioni di abitanti, ma sono presenti 10 milioni di bovini e 26 milioni di pecore. Quasi la metà delle emissioni totali di gas serra del Paese proviene dall’agricoltura, quindi è necessario intervenire.  Il ministro neozelandese James Shaw, ha affermato: “Dobbiamo ridurre la quantità di metano che immettiamo e un sistema efficace potrebbe essere la tassazione.”

Secondo la proposta, a partire dal 2025 gli agricoltori dovranno pagare per le emissioni degli animali. Il piano prevede  incentivi per gli agricoltori che ridurranno il metano attraverso additivi per mangimi e anche la piantumazione di alberi nelle aziende agricole potrebbe essere utilizzata per compensare le emissioni. L’allevatore Andrew Hoggard, ha dichiarato di approvare le proposte, ma ha anche aggiunto: “Come in tutti gli accordi di questo tipo, che coinvolgono molte parti, ci saranno sempre un paio di rospi da ingoiare.”

Prima di poter attuare questo progetto, ci sono ancora molti dettagli da definire con il governo, come ad esempio chi implementerà questo programma, ma questa iniziativa sembra essere molto promettente. Secondo le dichiarazioni del ministero dell’Ambiente, il denaro raccolto da questo programma sarà investito nella ricerca e nello sviluppo dei servizi agricoli.

Proprio durante il mese scorso, il ministro delle finanze neozelandese Hon Grant Robertson ha stanziato circa 2,9 miliardi di dollari neozelandesi (circa 1,7 miliardi di euro) per tutte le iniziative che mirano ad affrontare il cambiamento climatico e nel frattempo gli investitori, che gestiscono circa 14 miliardi di dollari di asset, hanno sollecitato le Nazioni Unite a creare un piano globale per rendere sostenibile il sistema agricolo.