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SCIENZA

La Terra ci sta mandando un messaggio: dalle Alpi un cattivo presagio

Lo zero termico, il quale indica l'altitudine a cui l'atmosfera raggiunge gli 0 gradi Celsius, ha raggiunto un valore preoccupante

Il caldo e l’afa delle ultime settimane stanno facendo sognare agli italiani temperature molto più rigide per tornare a respirare un po’. Quella registrata presso le Alpi Svizzere sarebbe l’ideale per i più insofferenti, peccato che questo valore sia stato rilevato a un’altitudine eccessiva e che non può far dormire sonni tranquilli.

Si sta parlando dello zero termico, il valore meteorologico che fa capire a quale altitudine la temperatura dell’atmosfera raggiunge appunto gli zero gradi Celsius. Una volta superata questa stessa altitudine, si scende solitamente sotto lo zero. Ebbene, sulle Alpi elvetiche questo livello è stato registrato a ben 5184 metri sul livello del mare. Non è affatto una notizia rassicurante e il motivo è presto detto.

Già pochi giorni fa era stato lanciato l’allarme per quel che riguarda il versante austriaco, stavolta il dato è stato rilevato dalla radiosonda di Payerne, comune svizzero non lontano dalla capitale Berna. I quasi 5200 metri rappresentano l’altitudine maggiore in assoluto dal 1995, visto che ventisette anni fa si era arrivati fino a 5117 metri. Lo zero termico non è un valore qualsiasi da leggere distrattamente, ma indica lo stato di salute della neve dei ghiacciai. Il fatto che sia stato registrato così in alto significa che le Alpi sono protagoniste di un pericoloso scioglimento che non lascia presagire nulla di buono.

Il valore “normale” dello zero termico

Normalmente, il valore medio dello zero termico oscilla attorno ai 3500 metri in estate, dunque si può ben comprendere quanto sia evidente la differenza rispetto agli ultimi giorni (i 5184 metri si riferiscono allo scorso 25 luglio). Alpi e montagne si stanno trasformando, come accertato da tempo, ma non si pensava che lo facessero con questa velocità. Lo zero termico ha spaventato gli esperti più di una volta nel corso degli ultimi cinque anni. In particolare, è successo spesso che il valore si riferisse ad altitudini superiori ai 4mila metri, un evento che si poteva invece considerare raro nel 2010.

L’importanza delle quote

Il fatto che le Alpi siano così calde sta facendo progressivamente sparire la neve in montagna: le piogge sono scarse e questo non fa che accentuare il fenomeno, un dettaglio che ha portato al risultato attuale di uno zero termico ad un’altitudine esagerata. Tra l’altro, questo valore non è importante solamente per conoscere la salute dei ghiacciai, ma anche per altre ragioni. Ad esempio, è fondamentale per agevolare il compito di alpinisti ed escursionisti che riescono così a intuire qual è lo stato effettivo della montagna. Lo stesso discorso vale per i principali pericoli montani.

Lo zero termico viene sfruttato per determinare le probabilità di una valanga, con un limite massimo delle nevicate che non dovrebbe mai superare i 300-600 metri al di sotto di questo valore. Ormai è chiaro come la luce del sole, le montagne stanno lanciando dei messaggi ben precisi e la concomitanza non può essere casuale. Il crollo tragico della Marmolada sembra destinato a non essere l’unico e le condizioni pessime delle Alpi spingeranno con tutta probabilità gli esperti a rinnovare le allerte su quelli che fino a pochi anni fa potevano sembrare degli scenari al limite della fantascienza.