Trovati antichi resti umani: potrebbero risolvere un grande mistero
DNA diversi e molto antichi: è questa la scoperta effettuata da alcuni ricercatori nel Regno Unito e che si riferisce all'era glaciale
Il nostro corpo muore, ma il DNA continua. Le parole pronunciate diversi anni fa dal professor Umberto Veronesi sono attuali come non mai dopo la pubblicazione di uno studio che fa riferimento all’era glaciale. Che cosa c’entra uno dei periodi climatici più celebri del nostro pianeta con il patrimonio genetico? La risposta è presto detta.
Come riportato dalla rivista specializzata “Nature Ecology & Evolution”, gli esperti dell’Università inglese di York si sono imbattuti in quello che è il DNA umano più antico di tutto il Regno Unito. Si sta parlando di una persona vissuta circa migliaia e migliaia di anni fa, quando le calotte glaciali della Gran Bretagna erano sempre più sciolte e le condizioni di vita erano tornate normali.
Una testimonianza dall’era glaciale
Ci sono prove inconfutabili in tal senso di una Terra più abitabile già a partire da oltre 15mila anni fa. I siti presi in considerazione sono diversi, tra cui la grotta di Gough, nel Somerset, e quella di Kendrik, in Galles. Nel primo caso, gli archeologi hanno individuato quello che è noto come Cheddar Man, mentre i ricercatori di York sono andati oltre con un DNA ancora più antico per quel che riguarda l’era glaciale. Per arrivare a conclusioni del genere sono state condotte diverse analisi specifiche. Ad esempio, è stato condotto un esame di tipo isotopico.
Con questo termine si intende uno studio che permette di escludere alcuni cibi dalla dieta del DNA esaminato, perfezionando in modo decisivo la datazione al radiocarbonio. Volendo essere ancora più precisi, l’individuo “rintracciato” nella grotta di Gough si cibava essenzialmente di cavalli, mentre quello che è stato individuato nell’altra grotta non disprezzava le creature marine. In base al DNA nucleare e mitocondriale, i resti di Gough appartengono a una donna che sarebbe vissuta poco meno di 15mila anni fa. La nostra antenata che visse in prima persona l’era glaciale sarebbe stata vittima di cannibalismo, dunque la sua fine fu a dir poco orribile.
L’arte dell’era glaciale
Altri dettagli preziosi per quel che riguarda la datazione storica relativa all’era glaciale sono stati gli strumenti utilizzati nella vita di tutti i giorni. In poche parole, la donna e le altre persone che vissero alla sua epoca impiegavano la pietra per diverse attività, inclusa l’arte rupestre. Nella grotta di Gough, non a caso, sono stati scoperti anche dei pregevoli manufatti che rispecchiano in pieno il cosiddetto stile magdaleniano. Quest’ultimo si caratterizza per la lavorazione delle lame e per le miniature in litio, senza dimenticare la diffusione della lavorazione dell’avorio e dell’osso, con decorazioni sempre più raffinate.
Nella grotta di Kendrick la situazione è stata diversa. Era sì presente uno strumento in pietra e sempre in stile magdaleniano, ma la discendenza dell’uomo a cui fa riferimento il DNA individuato è successiva. Si sta parlando di un esemplare di sesso maschile vissuto circa 13.500 anni fa, in concomitanza con i cacciatori e raccoglitori di quel periodo che poi si diffusero nella parte Sud-Est del continente europeo e nel vicino Oriente. Sono esistite almeno cinque ere glaciali nella storia della Terra, gli anni passati da quel periodo sono tantissimi ma il fascino attorno ad esso rimane immutato.