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SCIENZA

Uomini deformi e mai visti: mistero sui messaggi trovati in una grotta francese

L'enigmatica grotta di Cosquer rimane un grattacapo per gli scienziati, che non si spiegano il significato delle sue misteriose incisioni preistoriche

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Uomini deformi e mai visti: mistero sui messaggi trovati in una grotta francese Fonte foto: Getty Images

Come in tutte le scienze, anche in archeologia a volte vengono fatte scoperte rivoluzionarie, o che, più semplicemente, lasciano dubbiosi gli scienziati, a interrogarsi sul loro significato e su che ruolo abbiano. È quello che è successo in Francia, vicino a Marsiglia.

Una grotta unica

Siamo, come dicevamo, nel sud della Francia, a Marsiglia. Qui, vicino alla costa, c’è una grotta preistorica molto particolare, per tanti motivi: prima di tutto è l’unica grotta conosciuta ad avere incisioni rupestri e un ingresso sott’acqua. Infatti solo i sub più esperti sono riusciti a entrarci, ed è molto probabile che nei prossimi decenni venga completamente sommersa, visto l’innalzamento del livello dei mari dovuto al riscaldamento climatico.

Anche la sua scoperta è stata un’avventura: nel 1985 il sub Henri Cosquer, da cui la grotta ha preso il nome, ha trovato un tunnel 36 metri sotto la superficie del mare. Dopo diversi tentativi falliti, è riuscito a seguirlo per tutti i suoi 122 metri di lunghezza fino a sbucare in una straordinaria grotta decorata.

E subito, i primi dubbi: c’erano incisioni di cavalli, stambecchi e cervi, comuni nell’arte rupestre preistorica, ma anche immagini inedite di foche e di quelli che sembrano pinguini. Inizialmente queste particolari incisioni hanno sollevato dubbi sull’autenticità della grotta, ma la datazione al carbonio del materiale usato per dipingere ha confermato che i disegni erano preistorici. Gli uccelli sono stati poi identificati non come pinguini ma come Alche, una specie estinta di volatili simili agli uccelli artici ma non imparentati.

Cosa ci racconta la grotta della Francia preistorica

Nella grotta di Cosquer ci sono più di 500 immagini distinte, realizzate con metodi diversi: alcune sono state incise con strumenti di selce, altre sono state dipinte con le dita o usando il pino silvestre, che veniva bruciato e trasformato il carbone. Gli esperti usano il modo in cui gli animali sono rappresentati nell’arte rupestre per capire quale gruppo culturale e quale tribù dell’odierna Europa li abbia disegnati.

Ma molte di queste immagini sono enigmatiche: una, per esempio, sembra rappresentare un uomo con una strana testa di foca, trafitto da una lancia. Oppure ci sono impronte di mani in cui mancano parti di dita, o dita intere: sono molto strane, e soprattutto compaiono in questa grotta e in pochissimi altri luoghi. Gli archeologi si interrogano sul loro significato: sono state tagliate apposta o gli uomini e le donne di allora le hanno perse per congelamento? Un’altra teoria vuole che le dita siano state piegate, e non perdute, per mandare un messaggio: magari per indicare un luogo favorevole per la caccia, o come simbolo religioso (come l’odierno segno della croce).

La grotta di Cosquer è un’immagine perfetta della Francia di qualche decina di migliaia di anni fa, quando era fredda come l’odierna Islanda. Sembra che questa regione in particolare sia stata visitata, ma non abitata, tra i 33.000 e i 19.000 anni fa.

Per studiare la grotta e il suo contenuto, ne è stata creata una replica esatta in 3D usando le fotografie e i dati fisici estratti dalle varie visite. Una società chiamata Perspective(s) ha elaborato i dati, 344 scansioni laser e immagini ad alta definizione a 360 gradi, per creare un modello 3D della grotta. In questo modo gli ingegneri e i progettisti hanno potuto indossare caschi per la realtà virtuale e sentirsi come se stessero vagando all’interno della grotta.

La decisione di costruire una replica 3D è stata presa per via delle difficoltà nel raggiungere la grotta, che come dicevamo è accessibile solo ai sub più esperti. Ma è anche legata al rischio di perdere queste importantissime opere preistoriche per colpa del cambiamento climatico, come sta succedendo alla prima opera d’arte dell’umanità.

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