L'uomo potrà abitare su Venere, l'annuncio a sorpresa
Venere è uno dei pianeti meno ospitali del sistema solare, ma un ex scienziato della NASA ha preparato un documento per una futura missione
Venere splende! Il primo atto dell’Otello di Giuseppe Verdi finisce con questa esclamazione, ma il primo uomo che riuscirà (forse) un giorno a mettere piede sul pianeta potrà dire la stessa cosa? La domanda è più che lecita dopo quanto dichiarato da Jim Green che ha lavorato nella NASA a partire dal 1980 e che ha visto praticamente di tutto. Da qualche mese è in pensione, ma non smette di parlare di spazio e di pianeti, tra cui proprio Venere. La sua è una convinzione solida, nei prossimi anni saremo in grado di raggiungere questo corpo celeste e persino di abitarlo, proprio come si sta pensando in relazione a Marte. Come si spiegano tante certezze?
Non si tratta di un ex dipendente tra tanti dell’agenzia spaziale americana. Per quasi tre lustri ha lavorato infatti come responsabile della supervisione di alcune missioni in tutto il sistema solare, fornendo il proprio prezioso contributo a un centinaio di ricerche scientifiche sugli argomenti più svariati. In una intervista rilasciata al New York Times si è letteralmente lasciato andare. Come ha raccontato, qualche anno fa gli scienziati sono riusciti a scovare la fosfina nell’atmosfera di Venere: si tratta di un gas incolore e infiammabile, contenuto in piccole quantità anche nell’atmosfera terrestre e che può essere prodotto da forme di vita. Ecco perché è così importante il suo rilevamento, nonostante si parli spesso del pianeta come di un vero e proprio inferno per quel che riguarda l’eventuale abitabilità.
Un documento controverso
Gli scienziati non si sono sbagliati, ma per Green servirebbe maggiore precisione nella comunicazione dei dati, visto che è ancora incerto il livello di fosfina effettivamente rilevato su Venere. L’ex scienziato ha anche sottolineato come la pressione ideale per abitare su un pianeta del genere dovrebbe essere pari a 60 millibar: Green sta lavorando a un documento scientifico che, a suo dire, non farà piacere alla comunità scientifica ma che dovrà comunque essere diffuso in qualche modo.
Somiglianze e differenze con la Terra
L’idea è quella di creare una sorta di scudo magnetico su Venere per riflettere la luce. In questa maniera la temperatura potrebbe iniziare a scendere, ma è davvero qualcosa di fattibile? Serviranno diversi anni, dunque non bisogna illudersi, però la volontà di approdare in questa parte del sistema solare è fortissima, come dimostrato dalle missioni già approntate. Venere viene spesso definito “pianeta gemello” della Terra per via delle sue dimensioni e della massa, anche se le differenze non mancano di certo. Ad esempio, l’atmosfera è caratterizzata essenzialmente da anidride carbonica e la pressione a livello del suolo arriva fino a 92 atmosfere.
L’effetto serra è a dir poco impressionante, tanto è vero che Venere viene considerato il pianeta più caldo in assoluto dell’intero sistema solare, una temperatura che non gradirebbe nemmeno il fan più sfegatato delle Maldive o delle Bahamas. Potrebbe essere abitabile, come ripete Green, eppure non ha un panorama che invita a un viaggio, con le sue nubi riflettenti piene di acido solforico. L’obiettivo dei prossimi studi sul pianeta “splendente” sarà quello di approfondire ulteriormente i livelli di fosfina, nella speranza che tutti gli altri misteri sul suo conto vengano presto chiariti.