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Vita extraterrestre: perché questo piccolo pianeta è il candidato perfetto

Gli scienziati potrebbero aver trovato prove di vita extraterrestre sul pianeta nano Cerere: il nuovo studio fa chiarezza sull'origine di alcune molecole organiche.

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C’è vita nello spazio? Gli uomini hanno sempre cercato di risolvere questo inquietante enigma, senza finora trovare una risposta certa. Ma grazie alle nuove tecnologie all’avanguardia in ambito astronomico, sono sempre più gli indizi che emergono a favore della teoria secondo cui è possibile che la vita extraterrestre esista (o quantomeno sia esistita in passato). Uno dei potenziali candidati ad ospitarla è Cerere, il pianeta nano del nostro Sistema Solare. Ecco cos’hanno scoperto gli scienziati.

Cerere, prove di vita aliena

Partiamo dall’inizio: Cerere è un pianeta nano, che si trova nella fascia principale del Sistema Solare – ovvero la regione situata tra Marte e Giove, occupata principalmente da asteroidi. Oggetto di studio da parte degli astronomi, questo corpo celeste ci ha regalato una grande sorpresa: nel 2017, analizzando i dati raccolti dalla sonda Dawn della NASA, gli esperti hanno individuato alcuni composti organici chiamati alifatici. Queste molecole sono formate principalmente da carbonio, considerato l’elemento fondamentale per la vita come la intendiamo oggi.

La scoperta è avvenuta nei pressi di un cratere da impatto: Cerere ne è pieno, dal momento che orbita nella fascia degli asteroidi, molti dei quali si sono schiantati sulla sua superficie nel corso dei millenni. Gli scienziati hanno cercato di capire l’origine di queste molecole organiche, una sfida davvero complicata. Alcuni studi si sono concentrati sulla possibilità che fossero proprio gli asteroidi ad aver portato i composti alifatici sul pianeta nano, mentre altri hanno supposto che fossero già presenti su Cerere, nascosti nelle sue viscere. Qual è la verità?

Il nuovo studio su Cerere

Una nuova indagine, condotta dagli esperti del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, ha provato a fare chiarezza sulla questione. Gli scienziati hanno effettuato una serie di esperimenti, imitando le condizioni di impatto che ci si aspetterebbe su Cerere, e nel contempo hanno mappato le aree più ricche di composti organici, usando i dati della fotocamera e dello spettrometro presenti sulla sonda Dawn. “Le sostanze organiche sono state inizialmente rilevate in prossimità di un grande cratere da impatto, il che ci ha motivato ad osservare come gli impatti le influenzino” – ha affermato Terik Daly, scienziato planetario e autore principale dello studio.

I risultati degli esperimenti hanno mostrato una “buona correlazione” tra le molecole alifatiche e le regioni in cui si trovano i crateri più antichi. Ovvero, è possibile che gli asteroidi abbiano davvero influenzato la presenza (e l’abbondanza) di composti organici su Cerere. “Mentre la loro origine rimane poco conosciuta, ora abbiamo le prove che si siano formate sul pianeta nano, e probabilmente in presenza di acqua. C’è la possibilità che un grande serbatoio nascosto di sostanze organiche possa essere trovato all’interno di Cerere” – ha dichiarato Juan Rizos, astrofisico spagnolo e coautore dell’indagine – “Dal mio punto di vista, questo aumenta il suo potenziale astrobiologico”.

Insomma, Cerere è un ottimo candidato per andare a caccia di vita extraterrestre. Nei prossimi anni, gli astronomi si concentreranno su questo pianeta nano per cercare di carpirne i segreti, ed è possibile che venga addirittura organizzata una nuova missione per raccogliere alcuni campioni della sua superficie da riportare sulla Terra, così da analizzare in maniera più approfondita questi composti organici.