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Fibra ottica e 5G per il rilancio del tessuto economico e sociale

Il ruolo centrale della digitalizzazione per la ripresa economica e sociale dell'Italia

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Fibra ottica e 5G per il rilancio del tessuto economico e sociale

Tra le 102 idee per il rilancio del Paese dopo l’emergenza Covid-19, contenute nelle 121 pagine del Piano Colao discussi agli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphili, la digitalizzazione ha un ruolo centrale. Il lockdown lo ha dimostrato: serve un Paese più digitale e connesso per continuare a lavorare anche in situazioni di crisi e, allo stesso tempo, gran parte delle procedure burocratiche che caratterizzano la vita e il lavoro degli italiani possono essere digitalizzate. Ma tra il dire e il fare c’è il mare del digital divide e la necessità di estendere le infrastrutture di collegamento già esistenti: fibra ottica e 5G, in primis.

Nel masterplan di Colao fibra ottica e 5G occupano un posto di rilievo: più e più volte nel documento viene ribadita l’esigenza di non fermare lo sviluppo di questi due asset tecnologici. Uno dei nove punti in cui è diviso il documento è infatti interamente dedicato alla digitalizzazione del Paese. Nella sezione intitolata “Un Paese digitale” il piano Colao sottolinea la necessità di estendere l’accesso alla rete in fibra ottica a tutte le regioni e città italiane e di accelerare gli investimenti per l’adozione delle connessioni 5G.

Fibra ottica e 5G: cosa dice il Piano Colao

Una delle schede del piano, la numero 25 (Piano Fibra Nazionale), mette in luce che il lockdown ha allargato il divario “tra chi può fare affidamento su connessioni ultra-broadband (UBB) e chi ne è oggi privo/è ubicato in aree con copertura inadeguate” e chiede azioni specifiche per “Creare un piano nazionale di sviluppo fibra” per connettere in tempi rapidi famiglie, imprese e Pubblica Amministrazione con la fibra pura (FTTH, Fiber To The Home).

La scheda 27 (Sviluppo Reti 5G), mette invece in evidenza come in Italia i limiti tecnici relativi alle emissioni elettromagnetiche stiano rallentando lo sviluppo della rete dati di nuova generazione. I limiti italiani, infatti, sono “molto più restrittivi di quelli in vigore nella maggior parte degli altri Paesi Europei, a loro volta molto al di sotto dei limiti di nocività ipotizzati“. Secondo il piano oggi in discussione, quindi, l’Italia dovrebbe dotarsi di una rete unica a livello nazionale per la fibra ottica e fare investimenti per rendere accessibile la connessione anche nelle aree più remote del Paese anche tramite il 5G.

Nel dibattito e nel piano, poi, trovano spazio altri temi strettamente legati al futuro digitale: dalla robotica alla cybersicurezza, dall’Internet of Things all’uso dell’intelligenza artificiale. Ma non mancano neanche i pagamenti digitali e lo sviluppo di un piano per l’Agricoltura 4.0, a sua volta legato alla diffusione delle reti a banda larga e ultralarga nelle zone rurali.

Fibra e 5G: la situazione italiana

Il Piano Colao mette in luce che, in un mercato come quello italiano caratterizzato da prezzi per l’utente finale molto vantaggiosi, i margini per chi offre le connessioni sono relativamente bassi. Addossare interamente alle aziende private i costi di infrastrutturazione delle aree meno attrattive, come quelle rurali o tanti piccoli Comuni italiani, non consente ritorni adeguati per garantire gli investimenti.

In questo scenario, quindi, è necessario un supporto pubblico agli investimenti per la fibra ottica e il 5G. Anche perché, il Piano non lo dice ma la logica lo dimostra, se le connessioni veloci non arrivano su tutto il territorio italiano in modo uniforme è impossibile pensare alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Si dividerebbe infatti l’Italia in Comuni di serie A, dove la burocrazia è digitalizzata, e comuni di serie B, dove si fa ancora la fila allo sportello.

Dalla teoria alla pratica: tra i vari operatori telefonici oggi attivi in Italia c’è ad esempio Vodafone, che con la sua rete a banda ultralarga, raggiunge già più di 3 milioni di clienti sulla linea fissa e ha attivato il servizio 5G in cinque città italiane (Milano, Roma, Napoli, Bologna e Torino). L’operatore, con il servizio FWA (la connessione in tecnologia mista fibra-radio, per portare Internet veloce anche dove non arriva ancora la fibra FTTH), punta inoltre a garantire una connessione ultraveloce e stabile in più di 2.000 Comuni non raggiunti dalla fibra ottica. È chiaro, quindi, che gli operatori privati stanno già facendo la loro parte e da ben prima del Covid (si tratta di investimenti e programmi pluriennali, lanciati anni fa), ma è altrettanto chiaro che anche il pubblico deve fare la propria.