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Tracker Bluetooth: cosa prevede la proposta di Apple e Google

Apple e Google lavorano insieme per contrastare l’utilizzo improprio dei tracker Bluetooth e lanciano una proposta tecnica per limitare i rischi di stalking

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apple airtag Fonte foto: Hadrian / Shutterstock

Apple e Google stanno collaborando per contrastare l’utilizzo improprio dei dispositivi di localizzazione Bluetooth, come i famosi tracker AirTag di Cupertino. I due colossi hanno presentato una proposta per integrare all’interno degli smartphone, sia Android che iPhone, gli strumenti in grado di rilevare i tracker Bluetooth e avvisare l’utente della loro presenza.

A dare manforte alle due aziende anche Samsung, Tile, Chipolo, eufy Security e Pebblebee che stanno sostenendo l’iniziativa, sottolineando la volontà di integrare queste nuove caratteristiche nei dispositivi che produrranno in futuro. Il problema principale, ben noto per diversi episodi di cronaca di cui si è parlato molto, è che questi strumenti possono diventare facilmente dei potenti strumenti per fare stalking.

Come funziona la localizzazione Bluetooth

I tracker Bluetooth di ultima generazione, in particolare quelli di Apple e di Samsung, consentono agli utenti di trovare oggetti personali sfruttando reti di localizzazione in crowdsourcing. Con questo termine si intende che tutti gli smartphone di un determinato marchio possono rilevare (in modo anonimo) un tracker nelle vicinanze e dire al suo proprietario dove si trova il dispositivo.

Da parte loro sia Apple che Google, raccomandano solo un utilizzo consapevole e corretto di questi sistemi, ma naturalmente allo stato attuale delle cose non è possibile garantire un contrasto efficiente delle attività di tracciamento indesiderato.

I rischi sono piuttosto elevati e, secondo gli esperti del settore, l’unico modo per assicurare maggiori tutele può arrivare da una collaborazione tra le varie aziende del settore, affinché sviluppino soluzioni innovative per bloccare il tracciamento non autorizzato.

Apple e Google, cosa prevede la proposta

La proposta presentata da Apple e Google è la prima nel suo genere e consisterà nell’invio, da parte dei dispositivi di tracciamento e localizzazione, di una notifica agli utenti per avvisarli in tempo reale della presenza di un tracker nelle vicinanze. In pratica se uno smartphone rileva la presenza di un tracker che non conosce, anche se è di un produttore diverso, allora manda l’avviso all’utente per dirgli che, forse, qualcuno sta provando a seguirlo.

Il documento prevede anche istruzioni tecniche e suggerimenti per i produttori di dispositivi che, in futuro, vorranno integrare queste nuove caratteristiche anche nei loro device, nel tentativo di standardizzare i protocolli e le misure di sicurezza affinché diventino comuni per tutti i tracker Bluetooth.

La richiesta è stata presentata all’Internet Engineering Task Force (IETF), che si occupa dello sviluppo di modelli standard da applicare alle diverse tecnologie. Da questo momento tutte le aziende interessate sono invitate ad esaminare la relativa documentazione e ad esprimere un feedback che Google e Apple prenderanno in considerazione per realizzare entro la fine del 2023, le prime versioni degli strumenti per gli avvisi del tracciamento indesiderato. Dopo i test di rito la nuova caratteristica sarà integrata nelle prossime versioni di iOS e Android.

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