Nessuna maledizione biblica: ecco perché le acque del Nilo sono diventate rosse
Il fatto che le acque del Nilo siano diventate rosse ha fatto scatenare il panico e dato spazio a interpretazioni fantasiose. Ma la verità è molto più semplice (e spiegabile) di quanto si pensi
Se fate parte della schiera di assidui (ma anche occasionali, perché no) frequentatori di TikTok e Instagram vi sarete senz’altro imbattuti in una serie di video dai toni esagerati o allarmanti, che dichiarano di mostrare le acque del Nilo, diventate di una preoccupante colorazione rossa. C’è voluto veramente poco per passare da questi video ai riferimenti all’apocalisse e alle piaghe d’Egitto, ma la verità è molto più semplice (e spiegabile) di quanto si possa pensare.
In primis, va precisato che molti dei video che stanno circolando non riprendono affatto il Nilo: sono tante, purtroppo, le persone che stanno cavalcando l’onda e fomentando la discussione mostrando scorci di angoli di mondo che si tingono di rosso (come Panjin o, ancor più calzante, la Laguna Rossa in Cile). Dopodiché, va sottolineato che il fenomeno in realtà è del tutto naturale e che è già accaduto in passato.
Le acque rosse nel passato del Nilo
Correva infatti il 2016 quando una foto satellitare pubblicata dall’Agenzia Spaziale Europea lasciò tutti senza fiato: mostrava, infatti, il corso e la foce del Nilo di un rosso intenso, quasi cremisi. Già allora furono in molti ad attribuire al fenomeno lo status di cattivo presagio, cosa che portò la comunità scientifica a intervenire cercando di spiegare che no, le Piaghe d’Egitto della Bibbia non c’entravano nulla e che non stava arrivando alcun tipo di punizione divina.
Molto più semplicemente, come accade quando in alcuni luoghi del mondo l’acqua diventa rosa, la “colpa” è da attribuirsi alla proliferazione e all’innumerevole quantità di una serie di microalghe (tendenzialmente dinoflagellati o diatomee), i cui pigmenti rossi si accumulano e si ammassano arrivando alla superficie dell’acqua e dando vita a questa colorazione così particolare e peculiare.
Fioritura algale, fotosintesi e acque colorate
Per essere ancora più precisi, il fenomeno che trasforma le acque del Nilo in un suggestivo fiume rosso è la fioritura algale. Le microalghe si accumulano rapidamente, creando una quantità davvero corposa di biomassa fitoplanctonica dotata di pigmenti fotosintetici (come la clorofilla e i carotenoidi) che reagiscono a una serie di fattori: l’incremento della luminosità, l’aumento di nutrienti, la temperatura delle acque.
A fare la sua parte, in alcuni casi, è anche l’intervento umano come l’immissione nel corso d’acqua di composti contenenti azoto, fosforo e altri microelementi provenienti da concimi e prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura. Le microalghe possono inoltre cambiare colore quando iniziano a morire, creando delle aree dove l’ossigeno è così basso da creare trasformazioni visibili.
Cattivi presagi, veri e presunti
Dunque la colorazione delle acque del Nilo non ha davvero a che fare con i cattivi presagi legati alla Bibbia. Se fosse, invece, dimostrato che sta cambiando colore (come sta accadendo a uno stagno alle Hawaii, divenuto rosa) per via dell’aumento delle temperature, dovremmo invece ritenerlo l’ennesimo segnale dei mutamenti provocati dal riscaldamento globale. In quel caso sì, si può parlare di cattivo presagio, e a dirla tutta sarebbe solo l’ennesimo. Forse, però, sarebbe la volta buona per ricordarci che esistono problemi reali per il nostro pianeta, e che partono tutti dal cambiamento climatico.