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Allarme per due città italiane: sono tra le più inquinate in Europa

L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha aggiornato i suoi dati e due città italiane sono ufficialmente incluse tra le più inquinate in assoluto nell'Unione Europea

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Le due città più inquinate d'Italia e i loro livelli di smog preoccupanti Fonte foto: 123rf

Un triste primato, una posizione su un podio che nessuno vorrebbe conquistare: stando ai dati aggiornati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente due città italiane sono tra le più inquinate in Europa: si tratta di Cremona e Padova. E, attenzione, si sta parlando “soltanto” di inquinamento atmosferico, senza considerare le altre forme di contaminazione dell’ambiente.

Il report Agenzia Europea dell’Ambiente, chiaramente, non riguarda soltanto la nostra Penisola ma ha preso in esame tutte le città presenti sul continente e la presenza di sostanze tossiche nella loro aria dal 2020 a oggi. La situazione non è delle più rosee e l’Italia, purtroppo, è una delle nazioni nelle condizioni più allarmanti.

Il criterio di valutazione delle città più inquinate

I dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente valutano, come già accennato, la qualità dell’aria delle città. A essere preso in esame è il PM 2,5, ossia il valore dato alle polveri sottili in base alle dimensioni medie delle loro particelle che, in questo caso, è uguale o inferiore a 2.5 micron. Perché prendere in esame proprio questo valore? Semplice: perché le polveri di queste minuscole dimensioni, una volta respirate, penetrano con gran facilità nei polmoni e si diffondono nel sangue, provocando malattie gravi e gravissime.

Per questa ragione l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato il valore massimo di concentrazione di polveri sottili proprio a 2.5, stabilendo che i livelli superiori sono un fattore di rischio per gli esseri umani. Nello specifico, la concentrazione media annuale di PM 2,5 deve essere inferiore ai 5 microgrammi al metro cubo. Quindi, le città che hanno livelli inferiori a 5 sono prive di rischio, tra 5 e 10 microgrammi al metro cubo sono a lieve rischio, quelle che contano tra 10 e 15 microgrammi sono a rischio moderato, quelle tra 15 e 25 a rischio grave e quelle i cui livelli superano oltre i 25 sono ritenute a rischio gravissimo.

La situazione italiana: Cremona e Padova le più inquinate d’Europa

Le città italiane, duole dirlo, sono tutte in situazioni che vanno dal lieve al rischio gravissimo. In pole position (tristemente) si trova Cremona, con un livello di 27,5 microgrammi di PM 2,5 per metro cubo, per altro in costante aumento da due anni a questa parte. La segue a ruota Padova, dove si registrano valori di 25,3 microgrammi di PM 2,5. Sono preoccupanti anche le situazioni di Alessandria, che conta 20,9 microgrammi di PM 2,5, di Milano e del suo hinterland con 19,8 microgrammi di PM 2,5 e di Torino, che si attesta a 19,4.

Stando alla classifica dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, invece, le città più virtuose sono Sassari, Livorno, Catanzaro e Battipaglia, che viaggiano tra i 5,5 e i 9,8 microgrammi di PM 2,5 per metro cubo. A fare la differenza, nelle varie città elencante, sono lo smog e le emissioni delle grandi fabbriche.

Nessuna città italiana tra le meno inquinate d’Europa

Purtroppo, se l’Italia compare in maniera preponderante nelle classifiche meno desiderabili, non ce n’è traccia nella classifica più ambita: quella delle città europee meno inquinate. A combattere l’inquinamento in modo attivo ed efficace, infatti, sono undici città da cui possiamo solo prendere ispirazione. In prima posizione si trova Umeå, in Svezia, una città universitaria nota anche per essere un centro per l’istruzione e per la ricerca tecnica e medica nazionale, che combatte l’inquinamento atmosferico con soluzioni naturali e riducendo al minimo i consumi.

Al secondo e al terzo posto si trovano invece due città portoghesi, Faro e Funchal, le cui politiche incoraggiano l’utilizzo dei mezzi pubblici e lottano contro lo spreco delle risorse. Seguono Tampere (Finlandia),  Narva (Estonia), Stoccolma e hinterland (Svezia), Uppsala e Tallin (Estonia), Bergen (Norvegia),  Reykjavik (Islanda) e  Norrköping (Svezia). Forse solo guardando a ciò che hanno fatto queste città, l’Italia potrebbe avere una speranza.

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