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Allerta clima: ci prepariamo alla loro invasione

Arriverà in grandissime quantità e le troveremo dappertutto: questa specie di insetti, a causa del cambiamento climatico, è destinata ad invaderci. Ed è meglio prepararsi

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Il nostro pianeta sta cambiando e, purtroppo, non tutti i suoi cambiamenti sono in meglio. L’uomo sta contribuendo attivamente ad alcuni peggioramenti per via delle sue azioni sconsiderate e la Terra reagisce di conseguenza. Prendiamo, per esempio, il riscaldamento globale: il pianeta si difende come può, ma il riequilibrio dei sistemi porta risultati spesso sgradevoli. Uno di questi è l’invasione di una specie di insetti che, durante l’autunno e l’inverno, promette di darci non pochi grattacapi.

Si tratta in particolare delle cimici (in particolare la cimice asiatica o cimice marmorata marrone), che hanno già causato gravi danni sia nei sistemi urbani sia, in particolare, in quelli agricoli. Le cimici, infatti, sono polifaghe: si nutrono cioè di diversi tipi di alimenti e, nello specifico, è stato dimostrato che riescono a nutrirsi di circa 170 specie di piante, divorando le piante ospiti.

L’allerta clima e l’invasione delle cimici

Come mai dobbiamo prepararci all’invasione delle cimici? Come abbiamo già accennato, la cosa ha a che fare con il riscaldamento globale. L’aumento delle temperature fa sì che la stagione autunnale (e poi quella invernale) sia più calda e umida del normale. Così diverse parti del globo, comprese regioni italiane come Friuli, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, diventano l’habitat perfetto per questa specie di insetti, che prolifera incontrollatamente in pochissimo tempo.

La concentrazione di cimici aumenta nei luoghi dove si coltivano frutti come pere, kiwi, mele e uva, e nelle aree destinate alla produzione di soia e mais. Purtroppo, prima di diventare davvero invasive, queste cimici possono passare inosservate per qualche tempo, ed è proprio questo il problema più grave: quando la loro presenza diventa evidente, l’impatto economico dell’invasione e i costi per gestirla diventano davvero elevati.

Le cimici nel contesto urbano

Le cimici, come accennavamo, non si limitano però a restare nei campi: si spostano anche nei contesti urbani. Questi insetti tendono a invadere balconi, terrazze, angoli delle finestre e garage. Specialmente nel primo periodo autunnale, le cimici tendono a creare delle tane dove restare fino all’inizio della primavera. Di conseguenza, se ne trovano in grandissime quantità nelle verande e negli infissi e tendono anche a poggiarsi e restare sul bucato, creando diversi danni.

Questi insetti sono, per altro, molto prolifici: le femmine depongono 400/500 uova nel corso delle due stagioni fredde, e una tana in casa è un vero e proprio disastro, considerando che sono anche longeve (raggiungono facilmente 1 anno di vita).  Inoltre, malus da non sottovalutare: se schiacciate, le cimici puzzano in maniera insostenibile

Come arginare l’invasione delle cimici

Alla luce di tutto ciò, come si possono arginare i disagi relativi alle cimici? Purtroppo, a meno di non riuscire a fermare per tempo le conseguenze del riscaldamento globale modificando il nostro comportamento, l’arrivo in massa di questi insetti sarà inevitabile. Tuttavia, si può cercare di evitare il tête-à-tête tenendo conto di alcune cose che sono state rilevate dalla dottoressa Tracy Leskey, entomologa a capo dell’Agricultural Research Service del Maryland.

La Leskey ha infatti dimostrato che le cimici, in particolare quelle asiatiche, tendono a essere attratte dalle luci blu. Limitarne l’uso, dunque, per quanto possibile, potrebbe aiutare a evitarne l’ingresso in casa. La Leskey sconsiglia, invece, le trappole per insetti: quelle comuni, infatti, non funzionano su questa specie e tendono a essere invece dannose per l’ecosistema.

Sì, invece, ai rimedi naturali: le piante di menta, per esempio, allontanano le cimici, così come l’aglio, che può essere posizionato aperto, a spicchi, vicino alle finestre.  Ancora, sì al sapone di Marsiglia per lavare il bucato: il suo odore, infatti, le allontana.

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