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SCIENZA

Li hanno trovati in una discarica: questi resti sono una scoperta eccezionale

Sono stati riportati alla luce durante un'insolita campagna di scavi: questi antichi manufatti, tra cui due statuette della dea Venere, erano nascosti tra gli scarti di una discarica

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Se oggi conosciamo (un po’) meglio chi eravamo ieri è anche e soprattutto grazie alla fervente attività degli archeologi, che grazie alla loro conoscenza della storia e al loro intuito riescono sempre a riportare alla luce dei preziosi manufatti in grado di raccontarci qualcosa che ancora sconoscevamo. L’ultimo esempio in ordine di tempo è il ritrovamento di alcuni antichi resti in un luogo a dir poco insolito: una discarica.

Ebbene sì: gli archeologi hanno trovato dei veri e propri tesori in un luogo adibito ai rifiuti. Come mai erano lì? Perché la storia della discarica stessa era (ed è) ancora tutta da scoprire e da indagare. E da oggi, chiaramente, le sue sorti sono drasticamente cambiate.

La discarica e il luogo dove sorge

La scoperta è stata fatta a Rennes, suggestiva città francese situata nel nord-ovest della Francia. Gli archeologi che si sono occupati degli scavi appartengono all’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca Archeologica Preventiva (Inrap) e ne conoscono bene la sua storia: l’insediamento fu fondato dagli armoricani, popolo celtico, e poi conquistato dai Romani nel I secolo d.C. Proprio durante il periodo della dominazione romana, la città (che allora prendeva il nome di Condate Riedonum) fu ampliata con la costruzione di case, mura ed edifici pubblici.

Ciò che però gli studiosi non si aspettavano è che appena fuori da quello che era il confine settentrionale dell’antica Condate Riedorum si trovasse un sito d’interesse, indicato in antichissime mappe.  Non era chiaro di cosa si trattasse, ma gli studiosi erano sicuri che nascondesse reperti eccezionali. Così, si sono recati sul posto e hanno scoperto che si trattava di un avvallamento, profondo circa due metri, che apparentemente conteneva solo rocce e rifiuti.

Solo dopo aver effettuato degli accuratissimi lavori, gli archeologi hanno potuto attestare che, in tempi antichissimi, l’avvallamento era una discarica e che, ancora prima, aveva avuto un ruolo fondamentale in quanto cava di scisto.

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La cava di scisto e i suoi manufatti

Perché parliamo di ruolo fondamentale? È presto detto: in base all’analisi dei suoi strati rocciosi, gli archeologi dell’Inrap sono del tutto certi che questa cava fu probabilmente determinante nella fondazione della Rennes romana. Come abbiamo detto, infatti, l’insediamento fu ampliato con grandi quantità di pietra e ciò che gli archeologi suppongono è che proprio da questa cava venissero estratte delle lastre di roccia che, ai tempi, venivano comunemente usate per la costruzione di edifici.

«I romani sono famosi per lo sviluppo di cave in tutto il Mediterraneo – ha detto Jason Farr, uno degli archeologi coinvolti nella missione – che trasformavano in vere e proprie attività locali. I fornitori probabilmente abitavano nella cava o nei suoi pressi». E, in effetti, i reperti venuti alla luce lo dimostrano: si tratta di un vero tesoro risalente a 1.800 anni fa, comprendente una fornace da vasaio, monete, spille da abbigliamento e, soprattutto, alcune preziosissime statuette della dea Venere.

La cava, la discarica e il suo futuro

Ulteriori scavi hanno anche portato alla luce resti di edifici in legno, forni e pozzi che suggeriscono che l’area fosse riutilizzata per la produzione artigianale. È stata trovata anche una tubatura idraulica sotterranea. Sempre in base a quanto supposto dagli archeologi dell’Inrap, la cava fu abbandonata intorno al II secolo d.C, e già allora ha iniziato a diventare una grande discarica di rifiuti: fra i vari reperti che sono stati riportati alla luce, infatti, compaiono frammenti di pentole e piatti.

«Dato che erano così vicine alle città – ha continuato Farr – le cave venivano spesso riutilizzate. Questo spazio era evidentemente l’ideale per una discarica. Poi è stata interrata e poi è di nuovo diventata una discarica. La sua storia è sorprendente e merita di essere approfondita: è importante per quello che può raccontarci sui metodi di estrazione della pietra, sugli strumenti di cesellatura e sull’organizzazione e sulla gestione del luogo durante la crescita di una città romana».

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