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Quasi la metà degli americani respira aria malsana, il nuovo report

Come si vive negli Stati Uniti? 156 milioni di cittadini respirano aria inquinata e la situazione peggiorerà nettamente nel futuro

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Si respira aria malsana negli Stati Uniti ed è una ricerca scientifica a sottolinearlo. Quasi la metà della popolazione americana accoglie nei propri polmoni aria inquinante, come evidenziato dal rapporto annuale State of the Air dell’American Lung Association (ALA). Almeno 156 milioni di cittadini, il che rappresenta il 46% circa, vivono in aree con livelli pericolosi di ozono, particolato fine o entrambi.

Il rapporto

Nel documento sono stati analizzati i dati relativi al triennio 2021-2023. Un periodo segnato da eventi climatici estremi, come la devastante stagione degli incendi in Canada nel 2023, la peggiore mai registrata.

Nonostante i progressi raggiunti dal Clean Air Act del 1970, che ha portato a un calo di quasi l’80% dei principali inquinanti, milioni di persone continuano a essere esposte ogni giorno a un’aria nociva, con gravi conseguenze per la salute.

Panagis Galiatsatos, pneumologo alla Johns Hopkins e portavoce dell’associazione, si è così espresso in merito:

“La più grande conquista in termini di salute polmonare è proprio il Clean Air Act. Senza regolamentazione, l’aria che respiriamo peggiorerà inevitabilmente”.

Una situazione decisamente delicata, considerando i provvedimenti anti ambiente di Trump, attuali e prevedibili per il futuro. Il rapporto classifica le contee americane con un sistema a lettere, da A a F, in base ai livelli di ozono e particolato PM2.5 Il risultato? Più di 156 milioni di persone vivono in aree che hanno ricevuto come voto una F per almeno un inquinante.

Addirittura 42 milioni di persone risiedono in aree che hanno fallito tutti e tre gli standard analizzati. In totale, su 885 contee monitorate, 480 non hanno raggiunto gli standard minimi almeno per un parametro.

Il rischio Donald Trump

Tutto ciò che è green, per Trump è associabile a un grande spreco economico. Per questo motivo si teme che gli Stati Uniti usciranno da questa presidenza con un tasso d’inquinamento ben maggiore. Si pensi alle norme più severe sulle emissioni dei veicoli e i limiti più rigidi su mercurio e carbonio nelle centrali elettriche.

Dinanzi a tutto ciò, Trump promuove un gran ritorno in massa al carbone, con tanto di volontà d’incrementare l’estrazione e l’uso di “clean coal”, letteralmente carbone pulito. Scelte che aumenteranno le emissioni di particolato e le sostanze tossiche come il mercurio.

Cambiamento climatico

Il cambiamento climatico amplifica la crisi. Le ondate di calore e la siccità che hanno alimentato gli incendi in Canada nel 2023 non sono più anomalie. Si tratta di vere e proprie anticipazioni di un futuro sempre più frequente, se non si agisce con decisione.

A livello geografico, la situazione peggiora in tutto il Paese. Rispetto al rapporto precedente, ci sono 93 contee in più che hanno fallito i limiti di ozono. In dieci contee si è passati da un voto A a un preoccupante F.

Livelli record in particolare per il particolato fine PM2.5, che è il più pericoloso perché può penetrare nei polmoni e nel sangue. L’esposizione giornaliera colpisce 77 milioni di persone, il numero più alto degli ultimi 16 anni, mentre 85 milioni vivono in contee che non rispettano gli standard annuali dell’EPA.

Solo due città si salvano del tutto: Bangor, nel Maine, e San Juan, a Porto Rico, che hanno registrato livelli eccellenti sia per ozono sia per PM2.5.