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Aurora boreale in Italia: il cielo si tinge di rosa. Ma cosa è successo veramente?

Il cielo si è tinto di rosa e di viola, regalando uno spettacolo straordinario: siamo stati in grado di vedere l'aurora boreale in Italia. Ma com'è stato possibile?

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Aurora boreale in Italia: scatto a Casole di Elsa, Toscana Fonte foto: Ansa

Chi sognava di fare un viaggio verso Capo Nord per osservare l’aurora boreale sarà rimasto di stucco nelle scorse ore, perché per raggiungere l’obiettivo non è stato necessario affrontare un viaggio verso il promontorio più settentrionale della Norvegia: ad alcuni italiani è bastato affacciare alla finestra o molto più semplicemente alzare lo sguardo verso la volta celeste.

Dalle 22 del 10 maggio gran parte dei cieli di Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Sardegna, Abruzzo, Marche e Basilicata si sono tinti di rosa e di viola e moltissime persone hanno immortalato questo fenomeno tanto stupefacente quanto anomalo, documentando uno spettacolo senza precedenti. Ma cos’è successo davvero?

Perché l’aurora boreale è stata visibile in Italia?

Andiamo subito al dunque. C’è un motivo per cui siamo stati in grado di ammirare questo fenomeno così stupefacente in gran parte della Penisola, e si riconduce all’allerta lanciata dallo Space Weather Prediction Center (SWPC) e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Le due società scientifiche, infatti, avevano preannunciato l’arrivo di una serie di attività solari che avrebbero colpito la Terra in modo anomalo.

Gli scienziati della SWPC e del NOAA, in particolare, hanno osservato il comportamento e l’evoluzione di un ammasso di macchie solari e di una serie di brillamenti che hanno causato significative espulsioni di massa coronale (CME). Nello specifico, l’ammasso di macchie solari è riuscito a raggiungere una dimensione che supera di ben 17 volte il diametro del nostro pianeta ed è stato la fonte primaria di una serie di ondate geomagnetiche che, raggiungendo la Terra, hanno provocato scompiglio nel suo cielo.

Ma non è tutto qui, perché gli scienziati avevano previsto che alcuni flussi di plasma si sarebbero combinati (come in effetti è successo), creando il cosiddetto CME Cannibale: una serie di venti solari che si “divorano” a vicenda, con i getti più potenti intenti a inglobare quelli più tenui e lenti e con un risultato finale di portata ben superiore a qualsiasi flusso mai verificatosi in precedenza: tutto ciò ha dato vita a una tempesta solare il cui grado, secondo la classificazione della SWPC e del NOAA, va da Severo (G4) a Estremo (G5).

Cos’è una tempesta solare?

Per chi non lo sapesse, una tempesta solare è un evento che si verifica quando il Sole emette una maggiore quantità di energia, che si diffonde nello spazio sotto forma di radiazioni e particelle cariche. Questo fenomeno particolare accade quando sono in corso eruzioni solari o, come nel caso della tempesta in atto, espulsioni di massa coronale, che altro non sono che esplosioni di gas e plasma direttamente provenienti dalla superficie della nostra Stella Madre.

L’attività eruttiva ed espulsiva del Sole non è una novità: l’astro emette energia continuamente, ma generalmente la distanza dal nostro pianeta (circa 147 milioni di chilometri) basta a ridurre gli effetti collaterali, che possono consistere in malfunzionamenti magnetici, interruzione dell’attività satellitare, sovraccarichi energetici e blackout. Quando però i getti di energia sono particolarmente potenti, non c’è distanza che tenga: le particelle cariche emesse dal Sole finiscono per interagire con il campo magnetico della Terra.

Tempeste solari e aurore boreali

Se da una parte ci sono effetti negativi (tra l’altro anche degni di nota), dall’altra le tempeste solari provocano anche dei fenomeni ottici, come l’aurora boreale e l’aurora australe. È proprio questo che è successo sui cieli italiani: le particelle cariche provenienti dal Sole hanno interagito con la magnetosfera terrestre e sono poi state deviate verso i poli. Nell’interagire e nell’essere deviate, le particelle sono andate in collisione con gli atomi e le molecole dell’atmosfera, illuminando il cielo.

Aurora Boreale a NorciaFonte foto: Ansa

L’emissione di luce, dunque, altro non è che l’effetto dello “scontro” tra particelle cariche e molecole dell’atmosfera (in particolare ossigeno e azoto). Al momento dell’impatto gli atomi si eccitano e nel tornare al loro normale stato di quiete emettono fotoni di luce visibile. Le diverse molecole, per altro, nell’atmosfera producono colori diversi: l’ossigeno produce principalmente colori verdi e rossi, mentre l’azoto può creare colori blu e viola.

Quando rivedremo l’aurora boreale?

Anche se l’andamento dei flussi solari non è prevedibile e dunque non c’è una reale certezza, secondo il SWPC e il NOAA gli effetti estremi della tempesta geomagnetica in corso dureranno per tutto il weekend, dunque almeno fino alla notte di domenica 12 maggio e alle prime luci dell’alba del 13 maggio potremmo ancora osservare l’aurora boreale in Italia. Occorre però sapere che il disturbo del campo magnetico terrestre del 10 maggio ha raggiunto il suo valore massimo e non è detto che ciò si verifichi nuovamente.

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