Alghe tossiche: quali sono e come riconoscerle in mare
Le alghe tossiche sono spesso sottovalutate e possono essere confuse con quelle più "innocue": per riconoscerle bastano pochi accorgimenti
Così stanno uccidendo il mare. L’allarme cantato da Lucio Dalla nel 1977 è tornato di stretta attualità a quasi mezzo secolo di distanza. Come se non bastassero le microplastiche che ormai si trovano ovunque, bisogna fare i conti anche con le alghe tossiche, un fenomeno noto ma su cui raramente si accendono i riflettori.
Le zone tropicali sono quelle maggiormente a rischio, con i pericoli che non riguardano solamente la fauna ittica, ma anche l’uomo. Sono tossiche perché in grado di produrre tossine, come scoperto mezzo secolo fa alle Hawaii. Il problema, comunque, non è soltanto di una zona del mondo, negli ultimi tempi si è ampliato di continuo fino a raggiungere il Mediterraneo.
Come è possibile riconoscere queste alghe tossiche? Prima di tutto bisogna capire come siano arrivate dalle nostre parti. La pressione atmosferica, la temperatura dell’acqua sempre più alta e le onde ridotte sono le condizioni ideali per la proliferazione di questi organismi. Si intuisce subito che non si tratta di alghe “classiche” osservando le acque in cui galleggiano. Il liquido, infatti, tende ad essere molto più opalescente, per non parlare della strana schiuma che si forma in superficie. Il materiale che emerge, poi, è di tipo gelatinoso e va ad ancorarsi agli scogli oppure a quello che incontra sui fondali.
I principali sintomi
Si è già detto della salute a rischio per quel che riguarda l’uomo, ma in che modo queste alghe tossiche possono minacciare l’organismo delle persone con cui sono entrate in contatto? Le intossicazioni sono sostanzialmente due, quella per via aerea e quella per via alimentare. Nel caso della modalità aerea, l’inalazione provoca sintomi come febbre alta, mal di gola, tosse, nausea, lacrimazione e persino dermatite, tra le due e le sei ore successive al contatto. Nel caso dell’intossicazione alimentare, le alghe possono trovarsi in molluschi, crostacei e altri pesci che poi vengono consumati. Gli spasmi muscolari e le difficoltà ai polmoni sono i due sintomi principali in questo caso.
Un episodio circoscritto
Fortunatamente è stato registrato un solo caso letale, dunque la situazione può essere gestita senza grandi problemi, fatta eccezione per i primi momenti dell’intossicazione da parte delle alghe tossiche. L’unico decesso è datato 1994: le alghe in questione hanno purtroppo rovinato in maniera irreparabile l’organismo di una persona che si trovava in Madagascar e che aveva mangiato pesce contaminato. Il nostro Ministero della Salute ha stilato da tempo le regole da seguire in caso di contatto con le alghe tossiche, una serie di comportamenti in grado di salvare la vita.
Le raccomandazioni sono quelle di migliorare i controlli per quel che riguarda i prodotti ittici commestibili da parte degli organi competenti, senza dimenticare la necessità di abbandonare in tempi rapidi la spiaggia nel caso di presenza di alghe tossiche nel caso ci siano sintomi di irritazione alle vie respiratorie oppure lacrimazione agli occhi. Come suggerito dallo stesso dicastero, nella maggior parte dei casi è sufficiente spostarsi di poche decine di metri dalle alghe per eliminare qualsiasi malessere, meglio ancora se in una struttura con aria condizionata. Il pericolo è sempre dietro l’angolo ma con gli opportuni accorgimenti può essere ridimensionato.