Emergenza oceani, sta succedendo qualcosa di terribile alla barriera corallina
Lo sbiancamento della barriera corallina interessa la maggior parte della sua superficie e non è mai stato tanto esteso: la situazione è molto grave
Uno degli ecosistemi più preziosi e fragili del nostro Pianeta attraversa un momento critico: sta succedendo qualcosa di terribile alla barriera corallina.
Si tratta dello sbiancamento di massa dei coralli stessi, un fenomeno ormai sempre più esteso che sta raggiungendo livelli da record (negativo).
Cosa sta succedendo alla barriera corallina
Stando a quanto riportano gli ultimi monitoraggi, già a partire da febbraio 2023 il fenomeno dello sbiancamento dei coralli riguarda gran parte della barriera corallina, in tutta la sua estensione. Secondo l’agenzia statunitense NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), questo evento è, attualmente, il più vasto nella storia.
Dati satellitari indicano che il 77% delle aree coralline del mondo, dal Pacifico all’Atlantico, fino all’Oceano Indiano, è stato esposto a stress termico tale da causare lo sbiancamento. Il riscaldamento globale, alimentato dal cambiamento climatico, sta portando le temperature degli oceani a livelli record.
Lo sbiadimento del colore dei coralli si verifica appunto quando le temperature marine aumentano troppo, inducendo i coralli a espellere le alghe simbiotiche che vivono nei loro tessuti. Queste alghe, oltre a dare la caratteristica sfumatura ai coralli, sono essenziali per la loro sopravvivenza poiché forniscono loro nutrimento. Senza di esse, i coralli diventano bianchi e deboli, esposti a malattie e quindi alla morte.
Tuttavia, quando sbiadisce, un corallo non significa necessariamente che sia morto, ma la sua capacità di riprendersi dipende fortemente dal raffreddamento delle acque. Se le temperature non si abbassano in tempo, il danno può diventare irreversibile.
La situazione attuale dello sbiancamento dei coralli
Il fenomeno in atto è stato ufficialmente dichiarato “evento di sbiancamento globale” nell’aprile 2024 ed è il quarto nella storia recente. Il precedente caso di grande portata si è verificato tra il 2014 e il 2017, colpendo il 66% delle barriere coralline mondiali. Tuttavia, quello in corso ha già superato del 11% la portata del precedente, e continua a crescere rapidamente. Uno degli aspetti più allarmanti è la sua ampiezza geografica: ha già colpito barriere coralline in ben 74 Paesi, tra cui regioni come Palau, Guam e Israele.
A preoccupare maggiormente è la possibilità che questo evento possa superare non solo il precedente in termini di estensione, ma anche d’impatto. Gli scienziati stanno pianificando valutazioni subacquee nei prossimi mesi per determinare quante delle barriere siano ormai morte, un dato che sarà cruciale per capire la gravità della situazione, resa ancora più complessa dal fenomeno naturale di El Niño, il quale contribuisce a riscaldare ulteriormente le acque.
Anche se El Niño si è concluso a maggio, gli effetti del suo passaggio si sono sommati a quelli del riscaldamento globale, rendendo le temperature oceaniche ancor più elevate. Alcuni esperti sperano che l’arrivo del fenomeno opposto, La Niña, possa portare a un raffreddamento delle acque e dare così un’occasione di ripresa ai coralli. Tuttavia, c’è molta incertezza su questo scenario e molti temono che la temperatura degli oceani possa ormai aver raggiunto un nuovo equilibrio, più caldo, con conseguenze disastrose a lungo termine.
Gli scienziati temono che il mondo stia entrando in una fase in cui lo sbiancamento dei coralli potrebbe diventare un fenomeno cronico, anziché episodico. Se ciò dovesse verificarsi, le barriere coralline rischierebbero di non avere abbastanza tempo per riprendersi tra un evento di sbiancamento e l’altro, accelerando il processo di declino.
La perdita delle barriere coralline avrebbe conseguenze gravissime non solo per la biodiversità marina, ma anche per l’economia globale. Oltre a ospitare un terzo della vita marina, esse proteggono le coste dall’erosione, sostengono la pesca e attirano milioni di turisti. La loro distruzione sarebbe un duro colpo per le economie costiere di molti Paesi.
In risposta alla crescente crisi, a fine mese si terrà un incontro di emergenza durante il vertice della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (COP16) in Colombia. I leader mondiali e gli scienziati discuteranno le ultime strategie per cercare di evitare l’estinzione delle barriere coralline. Tra le proposte ci sono nuove misure di protezione e finanziamenti destinati alla loro conservazione.
L’umanità si trova di fronte a un bivio: agire immediatamente per mitigare gli effetti del cambiamento climatico o assistere impotente alla scomparsa di uno degli ecosistemi più vitali del Pianeta.