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SCIENZA

Bezos sulla Luna con la NASA: chi sta cercando di ostacolarlo

Bernie Sanders contro la NASA e Jeff Bezos: "se Bezos vuole andare sulla Luna" ha affermato il senatore "dovrebbe farlo con i suoi soldi"

Bernie Sanders contro Jeff Bezos Fonte foto: ANSA

Non c’è pace in casa Artemis: mentre il potente razzo SLS è fermo sulla piattaforma di lancio 39B a Cape Canaveral in attesa di poter completare almeno i test preliminari, una nuova decisione della NASA infiamma il Senato USA.

Ad innescare le polemiche è la decisione di riportare la Blue Origin di Jeff Bezos di nuovo in pista per la costruzione del lander che farà atterrare, prima o poi, i prossimi americani sulla Luna.

Il Lunar Lander delle contese

Alla fine di marzo la NASA ha annunciato la “creazione di nuove opportunità per i partner commerciali che intendono sviluppare un lander per la Luna”. Ciò significa che il tanto discusso appalto affidato a SpaceX torna sul piatto, come tornano in gioco i grandi esclusi del primo round, a cominciare da Jeff Bezos, che aveva addirittura fatto causa alla NASA impugnando la decisione.

Come si legge nella comunicazione della NASA, l’Agenzia “sta ora chiedendo a SpaceX di trasformare il sistema di atterraggio proposto in un veicolo spaziale capace di soddisfare le esigenze dell’agenzia in materia di servizi ricorrenti”. Insomma, la NASA sta applicando una clausola del contratto, spostando le risorse messe in campo dall’appalto affidato a SpaceX ed aprendo la strada ad una seconda proposta per il lunar lander.

Tornerà quindi certamente in campo l’enorme progetto HLS – Human Landing System, che vede insieme Blue Origin, Lockheed Martin, Northrop Grumman e Draper, scartato dalla NASA in favore delle promesse di Starship.

Il fatto che venga data una seconda possibilità a Jeff Bezos, però, ha fatto infuriare Bernie Sanders, che per la prima volta si trova inavvertitamente alleato del “nemico pubblico” Elon Musk.

Bernie Sanders contro Bezos

Il senatore del Vermont aveva già dato segno di mal sopportare la passione dei miliardari americani per l’esplorazione spaziale targata NASA, soprattutto perché questi ricchissimi cittadini, secondo Sanders, fanno di tutto per non pagare le tasse dovute.

Stavolta però Bernie Sanders non si è limitato a Twitter, e ha chiesto al Senato di votare con la massima urgenza una risoluzione che non autorizzi il pagamento alla NASA, da parte del Congresso, di ulteriori 10 miliardi di dollari per lo sviluppo del Moon Lander.

Secondo Sanders, la misura in questione sarebbe “un prestito a Jeff Bezos in modo che la sua azienda Blue Origin possa lanciare un razzo verso la Luna”. Parlando in Senato, Sanders ha affermato: “Bezos possiede 186 miliardi di dollari in ricchezze personali. Ha guadagnato 81 miliardi di dollari durante la pandemia. È la seconda persona più ricca d’America”. “Se il Signor Bezos vuole andare sulla Luna, buon per lui” ha aggiunto Sanders “ma dovrebbe usare i suoi soldi, non le tasse dei cittadini americani”.

In realtà, se anche il Congresso finanziasse il nuovo contratto NASA per il lander, non è detto che l’appalto andrebbe a Bezos. Inoltre, la partnership pubblico-privata che vede in campo la NASA insieme alle aziende aerospaziali private prevede un fondamentale contributo delle compagnie, chiamate ad investire parte importante del proprio patrimonio nel progetto Artemis.

Gli imponenti costi di Artemis preoccupano da sempre il Congresso Americano: ognuna delle quattro missioni costerà, secondo le ultime stime fornite dalla NASA, più di 4 miliardi di dollari. E nonostante si tratti di cifre da capogiro, “l’intero budget annuale della NASA copre a malapena lo 0,36% delle spese del governo americano”, come ha fatto recentemente notare l’altro nemico storico di Sanders, Elon Musk.

Intanto, la campagna di Bernie Sanders agita tutto il comparto dell’industria aerospaziale, preoccupato di perdere la possibilità di collaborare attivamente con la NASA per la prossima missione sulla Luna.