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Questa è forse la più bizzarra scoperta fatta in Italia

Gli archeologi hanno trovato un dipinto molto particolare, che raffigura l'antenato della pietanza più amata di sempre: la scoperta a Pompei.

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Dipinto antico di Pompei ritrae la "pizza" più antica di sempre Fonte foto: ANSA

E se vi dicessimo che hanno trovato la “pizza” più antica di sempre? Ancora una volta siamo al Parco Archeologico di Pompei e (ancora una volta, sì) siamo di fronte a una scoperta piuttosto bizzarra, probabilmente una delle più curiose che negli ultimi anni abbia interessato l’area. Come ha spiegato il direttore Gabriel Zuchtriegel, il dipinto ritrovato a Pompei è la raffigurazione di un “pasto frugale e semplice” che ha molto da raccontare.

La nuova bizzarra scoperta a Pompei

La scoperta è stata comunicata appena una settimana fa dal Ministero della Cultura e dal direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel e, come si può ben immaginare, in breve ha fatto il giro del mondo. Ma se è vero che qualunque ritrovamento nell’antichissima città distrutta dal Vesuvio nel 79 d.C. cattura l’attenzione di appassionati e curiosi, questa ha qualcosa in più.

“Come risulta da una prima analisi iconografica di un affresco con natura morta, emerso in questi giorni nell’ambito dei nuovi scavi nell’Insula 10 della Regio IX a Pompei- si legge nel comunicato del MiC -, ciò che era rappresentato sulla parete di un’antica casa pompeiana potrebbe essere un lontano antenato della pietanza moderna, elevata a patrimonio dell’umanità nel 2017 in quanto ‘arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano'”. Naturalmente “sembra una pizza” ma non lo è, dato che per forza di cose 2.000 anni fa “mancavano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella”.

L’Insula 10 della Regio IX è in corso di scavo da moltissimo tempo, tanto che i primi ritrovamenti importanti risalgono alla fine dell’Ottocento quando, proprio vicino al dipinto della “pizza”, fu esplorata una struttura che poi si è confermato essere un vero e proprio panificio. Le indagini sul sito sono state riprese lo scorso gennaio, liberando l’atrio dai detriti degli scavi precedenti ed è proprio qui che nelle settimane precedenti è avvenuta l’altra, eccezionale scoperta degli scheletri di tre vittime della famigerata tragedia pompeiana.

Il dipinto che raffigura la “pizza” più antica di sempre

I dettagli del dipinto, magistralmente spiegato dallo stesso Gabriel Zuchtriegel con un video rivolto a tutti, rivelano qualcosa in più a proposito delle abitudini culinarie del tempo, ma non solo. “Accanto a un calice di vino – si legge sempre nel comunicato -, posato su un vassoio di argento, sia raffigurata una focaccia di forma piatta che funge da supporto per frutti vari (individuabili un melograno e forse un dattero), condita con spezie o forse piuttosto con un tipo di pesto (moretum in latino), indicato da puntini color giallastro e ocra”.

È una natura morta in piena regola (xenia) che si rifà, però, a un tradizione ancor più antica – risalente al periodo ellenistico – che allude alla sfera sacra ma anche al concetto di ospitalità: donare cibo era un segno importante. “Oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati – ha commentato il direttore del Parco Archeologico di Pompei – ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto ‘povero’ nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati”.

Pompei non finisce mai di stupire, è uno scrigno che rivela sempre nuovi tesori”, ha affermato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. E non possiamo dargli torto. Le iniziative e l’impegno da parte degli archeologi sono essenziali per recuperare quanto rimasto sepolto per 2.000 anni e ricostruire, passo dopo passo, la storia di una delle città più affascinanti di sempre.