Dove si rischia il blackout a causa del caldo estremo in Italia
L'intensificarsi dei consumi elettrici mette a rischio blackout per caldo estremo l'Italia: da Milano a Napoli, ecco perché molte città potrebbero rimanere al buio quest'estate.
L’arrivo della bella stagione non porta con sé solo giornate più lunghe e voglia di vacanza: in molte città italiane aumenta anche il rischio di blackout. L’aumento dei consumi elettrici in estate, dovuto principalmente all’uso intensivo dei condizionatori, mette sotto pressione la rete energetica nazionale, in particolare nelle grandi città come Milano. Ma quali zone d’Italia sono più vulnerabili al rischio d’interruzioni di corrente durante le ondate di calore? E cosa accadrebbe in caso di emergenza?
Le città più a rischio: quando il caldo accende il pericolo
Durante i periodi di caldo record, il consumo di energia elettrica può subire un’impennata fino al 30% nel giro di pochi giorni. A Milano, ad esempio, l’uso massiccio dei condizionatori ha portato in passato a picchi impressionanti che hanno messo sotto stress l’intera rete. Secondo le previsioni, questo trend è destinato a peggiorare nei prossimi decenni, complici anche la diffusione della mobilità elettrica e degli elettrodomestici a induzione.
Tra le zone a rischio blackout in Italia, le aree metropolitane con alta densità abitativa e una rete elettrica datata sono le più esposte. Oltre a Milano, anche Napoli, Torino e Bologna figurano tra le città con il maggior potenziale di vulnerabilità, soprattutto se le infrastrutture non verranno adeguate per tempo.
Perché l’energia salta: la scienza dietro i blackout estivi
Come avviene tecnicamente un blackout estivo? Il caldo intenso non danneggia direttamente i cavi, ma provoca un aumento del carico sulla rete. Se la domanda supera la capacità di trasmissione e distribuzione, si possono verificare guasti locali o addirittura blocchi a cascata, come avvenuto nel blackout del 2003 in tutta Italia. Inoltre, eventi simili a quello che ha colpito recentemente la Spagna e il Portogallo dimostrano come il fenomeno abbia una portata continentale.
Gli esperti di Terna e delle società di distribuzione come Unareti monitorano costantemente la situazione, ma spiegano che ogni territorio ha una sua gerarchia di priorità per il ripristino del servizio: ospedali, servizi idrici, forze dell’ordine e media sono i primi a essere riattivati in caso di interruzioni prolungate.
Come funziona il piano di emergenza: chi interviene
In caso di blackout di grandi dimensioni, entra in gioco un articolato sistema di risposta. A livello locale, è il sindaco a guidare le prime azioni. Se la crisi supera le capacità comunali, interviene la Protezione Civile attivando la colonna mobile provinciale, una task force equipaggiata per agire rapidamente. Qualora la situazione degenerasse ulteriormente, si attiverebbe la colonna mobile regionale, composta da unità specializzate provenienti da diverse province.
Tutte queste operazioni sono coordinate con le aziende della rete elettrica, intente a di ridurre i tempi d’inattività. Gli ospedali, fortunatamente, dispongono di generatori autonomi in grado di alimentare le apparecchiature salvavita per diversi giorni. Anche gli aeroporti, i sistemi di trasporto urbano e le borse valori, come Euronext, hanno sistemi di continuità operativa pronti all’uso.
Il futuro della rete: prevenzione contro i blackout
Per evitare situazioni critiche, Milano sta investendo nella modernizzazione della rete elettrica. Nuove cabine primarie e oltre 100 chilometri di nuovi cavi sotterranei sono in fase d’installazione. Questi interventi mirano a preparare la città a un futuro in cui i consumi raddoppieranno, complice l’elettrificazione della mobilità e la transizione ecologica.
Ma non basta solo l’infrastruttura: anche la consapevolezza dei cittadini è fondamentale. Ridurre gli sprechi, usare in modo intelligente gli elettrodomestici e scegliere soluzioni energetiche sostenibili può contribuire a diminuire il rischio di blackout.