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La carne fatta in laboratorio è già realtà: un giorno sarà l'unica che mangeremo

Un hamburger al 100% artificiale potrebbe salvare il pianeta dai gas serra. La carne fatta in laboratorio è realtà: un giorno sarà l'unica che mangeremo.

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La carne fatta in laboratorio è già realtà: un giorno sarà l'unica che mangeremo Fonte foto: 123RF

La premessa è che, per il momento, non sembra appetitosa come la carne “vera”. Non sono in molti ad averla assaggiata, ma chi ha avuto l’opportunità di masticare un boccone di hamburger al 100% artificiale lo ha descritto come “non spiacevole” o “gustoso, ma diverso”. La carne fatta in laboratorio, insomma, non suscita le stesse entusiastiche recensioni degli hamburger di fassona, ma esistono altri motivi per nutrirsene. Hanno a che fare, innanzitutto, con l’enorme spreco di risorse e le conseguenze sul cambiamento climatico degli allevamenti di animali. Teniamo quindi in conto entrambi gli aspetti: a che punto siamo con la carne fatta in laboratorio? Perché è importante avere a disposizione questo mezzo di sostentamento ecosostenibile?

Che cos’è e a cosa serve la carne fatta in laboratorio

Precisamente si parla di carne a coltura cellulare, perché è proprio da cellule staminali coltivate in laboratorio che gli scienziati ottengono i muscoli, il grasso e i tessuti connettivi che mangiamo: una volta cresciute a sufficienza, le staminali diventano cellule muscolari o cellule adipose.

Sono chiare a questo punto le ricadute positive per gli animali stessi, che non sarebbero più macellati per nutrire l’uomo qualora venisse perfezionato questo nuovo canale di approvvigionamento per hamburger e magari costolette, salsicce, etc. L’altro punto ha a che fare con il cambiamento climatico: l’agricoltura e l’allevamento sono responsabili del 19% di tutte le emissioni di gas serra in atmosfera. Le flatulenze e i rutti di bovini e altri ruminanti (pecore, capre, cavalli, cammelli, cervidi) contengono metano, che provoca un riscaldamento per molecola superiore di 28 volte alla CO2, che causa un riscaldamento 265 volte più intenso.

Con la crescita della popolazione terrestre e della ricchezza pro-capite, quindi della possibilità di mangiare carne per popolazioni attualmente ai limiti dell’indigenza, il problema delle emissioni di gas serra del settore dell’allevamento non farà che aggravarsi. Ed è a questo punto che subentra la carne da laboratorio: se perfezionata – cosa che, al momento, non è – utilizzerebbe non solo meno risorse (terra e acqua) rispetto al settore dell’allevamento, ma significherebbe anche meno gas serra in atmosfera.

Quando la carne artificiale arriverà sui nostri piatti

Al momento gli esperimenti che riguardano la commercializzazione della carne sintetica sono piuttosto limitati. A giugno, un’azienda israeliana, Future Meat, ha annunciato l’intenzione di introdurre massivamente negli Stati Uniti la carne da laboratorio, entro il 2022. Un’altra società, Eat Just, sta già commercializzando delle pepite di “pollo” completamente artificiali a Singapore. Per alcuni si tratta di iniziative pubblicitarie che non innescheranno una rivoluzione. Nicholas Genovese, biologo delle cellule staminali e pioniere nella ricerca sulla carne da laboratorio, ha affermato: “Diverse aziende hanno parlato di lanci iniziali limitati nel, o entro ,il 2022. Ma potrebbero volerci ancora alcuni anni prima che ci sia un accesso e una distribuzione diffusi”.

Per contenere le emissioni in agricoltura c’è chi ha pensato al trattore green. Nella stessa direzione vanno i robot e i droni dei contadini 2.0.

Giuseppe Giordano