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Che cos'è Rabbit r1 e perché tutti ne vanno matti

Rabbit r1 è un nuovo dispositivo tascabile che permette di usare l'intelligenza artificiale per "fare delle cose" al posto nostro

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I suoi autori si aspettavano 500 pezzi venduti nella fase di preordine e, invece, già 30.000 dispositivi sono stati pre acquistati da altrettanti aspiranti utenti. Stiamo parlando di Rabbit r1, uno strano device arancione ovviamente “powered by AI” che costa 199 dollari in USA e 185 euro in Europa. Ma a cosa serve, davvero, Rabbit r1?

Rabbit r1: come è fatto

Rabbit r1 è un dispositivo tascabile di piccole dimensioni: 78x78x13 millimetri appena, per 115 grammi. Al suo interno ci sono un SoC MediaTek Helio P35 a 2,3 GHz, 4 GB di RAM e 128 GB di spazio di archiviazione.

Il dispositivo ha uno schermo LCD TFT da 2,88 pollici touch, due microfoni, una videocamera da 8 MP, una rotella analogica che viene usata per muoversi nell’interfaccia utente, insieme ad un pulsante “push-to-talk“, e uno slot per la scheda SIM (4G).

Rabbit r1, infatti, non richiede alcuna connessione allo smartphone (ma ha comunque il BLuetooth 5.0 e il WiFi), perché tramite 4G LTE si connette da solo e, a dire il vero, senza connessione non può far quasi nulla, anche perché l’hardware integrato è veramente modesto.

Cosa fa Rabbit r1

Rabbit r1 è una sorta di scatoletta con dentro un chatbot, ma fa qualcosa in più di un chatbot lanciato sullo smartphone: Rabbit r1 non solo offre risposte alle domande, ma fa anche delle cose, esegue dei comandi. Si tratta, in pratica, di una prima applicazione pratica delle nuove intelligenze artificiali generative (come ChatGPT e Bard) ai vecchi assistenti digitali (come Siri, Assistant e Alexa).

L’utente può chiedere a Rabbit r1 di prenotare un Uber, o di acquistare del cibo a domicilio, e il dispositivo lo farà. L’utente può chiedere al Rabbit r1 di cercare e riprodurre musica in streaming, e il dispositivo lo farà. L’utente può chiedere al device di generare testo e foto, e il Rabbit lo farà.

L’utente può anche inquadrare qualcosa con la fotocamera e il Rabbit gli fornirà informazioni in merito, come se fosse Google Lens, per capirci. Rabbit può anche fare da traduttore multilingue, può fornire informazioni su un viaggio, può essere usato per prendere appunti dettando con la voce.

In futuro, invece, Rabbit r1 potrà anche prenotare un tavolo al ristorante, acquistare biglietti per eventi, cercare un punto d’interesse in una precisa zona della città.

Rabbit r1 sostituirà lo smartphone?

Molti hanno fatto notare che quel che sa fare Rabbit r1 è già possibile farlo tramite uno smartphone, solo che con il Rabbit è molto più semplice ed immediato. In pratica il Rabbit sarebbe un’interfaccia uomo-AI più intuitiva e semplice da usare, quindi potrebbe alla lunga sostituire lo smartphone.

Il grande successo della prevendita sembrerebbe anche confermare questo destino, ma in realtà Rabbit r1 è al momento solo l’ennesimo primo prodotto dell’ennesima start-up che si occupa di intelligenza artificiale.

Nella migliore delle ipotesi Rabbit sarà acquistata da qualche big del calibro di Amazon (la più probabile), Microsoft o Google e poi smembrata per acquisire i brevetti e usarli altrove. Nell’ipotesi peggiore, invece, Rabbit sarà un flop che non andrà oltre la consegna dei primi device.

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