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SCIENZA

Che fine hanno fatto gli anelli del pianeta Giove

Il pianeta Giove è il più grande del sistema solare, ma i suoi anelli non sono all'altezza di questa mole: alcuni ricercatori hanno capito il perché

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Gli anelli del pianeta Giove Fonte foto: 123RF

Il pianeta Giove sarà anche grande, come esclamava di continuo il Doc del film “Ritorno al futuro”, ma non ha degli anelli all’altezza della sua mole. Quando si parla di anelli planetari, si pensa immediatamente a Saturno, mentre invece Giove deve “rimproverare” essenzialmente le sue lune, come emerso da una simulazione americana.

Non è la prima volta che vengono tirate in ballo, come avvenuto di recente per spiegare le aurore che si verificano in questa zona dell’universo. Nel caso degli anelli, invece, i ricercatori dell’Università della California hanno sfruttato un software speciale per accertare le responsabilità dei satelliti.

I risultati dell’indagine sono stati pubblicati all’interno della rivista “Planetary Science” e mostrano come Giove abbia lune di dimensioni eccessive, al punto da impedire la formazione di quelli che, in estrema sintesi, sono ammassi di polvere e particelle che orbitano attorno al pianeta. In questa maniera si spiega la differenza tra Giove stesso e altri pianeti come Saturno e Urano che possono invece vantare degli anelli con la A maiuscola. È addirittura da secoli che ci si fanno delle domande sul perché il pianeta più grande del sistema solare abbia anelli praticamente insignificanti e la risposta arrivata con la sperimentazione potrebbe aver posto fine ai dilemmi. Ma cosa hanno esaminato esattamente gli esperti?

Dimensioni eccessive

Stephen Kane e Zhexing Li si sono concentrati sulle 4 lune principali di Giove (quelle naturali sono in totale 79), vale a dire Io, Ganimede, Europa e Callisto. La simulazione dinamica al pc ha preso in debita considerazione sia le caratteristiche del pianeta, di cui esiste persino un gemello, che quelle delle lune stesse. Le dimensioni sono ragguardevoli, basti pensare che Ganimede è addirittura più grande di Mercurio, e questo non può non avere inciso sulla formazione degli anelli, per lo meno in modo stabile. Il pianeta più grande del sistema solare deve quindi “accontentarsi” di anelli deboli e che non durano a lungo nel tempo.

Le testimonianze del passato spaziale

Quella che è a tutti gli effetti una “assenza” rappresenta un cruccio per gli astronomi di tutto il mondo. Grazie agli anelli, infatti, è possibile conoscere meglio la storia di un singolo pianeta o corpo celeste, si tratta di preziose testimonianze di un passato molto lontano dai giorni nostri. Le forme e le composizioni degli anelli stessi sono indicativi della formazione del pianeta in seguito all’esplosione, per Giove dunque bisogna accontentarsi di quel poco che c’è. Vale comunque la pena sottolineare, come le lune gioviane non meritino una completa demonizzazione.

Si sta pur sempre parlando degli oggetti celesti che sono stati scoperti niente meno che da Galileo Galilei mente sperimentava per la prima volta il suo telescopio per osservare il cielo. Tra l’altro, il numero esatto non è nemmeno certo. Si è detto che sarebbero 79, ma in realtà alcuni studi recenti hanno appurato come potrebbero essere persino 600, un numero a dir poco impressionante. In assenza di anelli, comunque, gli scienziati preferiscono concentrarsi su altri aspetti di Giove, come ad esempio le onde elettromagnetiche registrate dalla NASA che poi si sono rivelate veri e propri suoni provenienti da Ganimede.