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Cosa vuol dire il nuovo aggiornamento di stato di WhatsApp

In futuro WhatsApp userà gli Stati per comunicare con i suoi utenti: ecco il primo Stato sul profilo ufficiale della piattaforma.

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Oltre agli Stati dei nostri amici su WhatsApp a breve ci converrà dare una occhiata anche agli Stati di WhatsApp su WhatsApp. Non è un gioco di parole, è la realtà: WhatsApp ha scelto di usare gli Stati per comunicare le ultime novità del servizio e dell’app, forse anche quelle relative alla privacy.

Ha già cominciato a farlo, annunciando proprio tramite uno Stato l’intenzione di usare gli Stati per le comunicazioni ufficiali. E’ una mossa conseguente alla enorme polemica suscitata dalle precedenti comunicazioni sulla nuova privacy policy, avvenute invece tramite un grosso banner che spuntava all’apertura dell’applicazione e non se ne andava fino a quando l’utente non premeva il bottone con il quale affermava di aver letto la notifica. Ma è anche una mossa che espone WhatsApp a ulteriori critiche e, probabilmente, problemi con le autorità per la Privacy come quella italiana.

Cosa c’è scritto nello Stato di WhatsApp

Lo Stato in cui WhatsApp annuncia i prossimi cambiamenti, anche in fatto di privacy, è composto da quattro messaggi. Il primo afferma semplicemente che, d’ora in poi, verrà usato questo sistema per comunicare con gli utenti.

Il secondo ribadisce che WhatsApp tutela la privacy degli utenti, il terzo ribadisce che tutte le chat sono criptate e neanche WhatsApp può leggerle. Il quarto messaggio afferma nuovamente che WhatsApp continuerà ad aggiornare il suo Stato ogni volta che ci saranno novità da comunicare agli utenti della piattaforma.

Comunicazioni WhatsApp tramite Stato: cosa non va bene

Questa scelta di WhatsApp è decisamente meno invasiva rispetto al precedente banner. Forse anche troppo poco invasiva e questo potrebbe creare ulteriori problemi alla piattaforma qualora novità importanti come quelle sulla privacy venissero comunicate tramite un aggiornamento di Stato.

Il Garante della Privacy italiano, ad esempio, ha apertamente criticato la precedente comunicazione sulla nuova privacy policy ritenendola poco chiara: secondo il Garante, insomma, non era possibile capire al volo cosa cambia rispetto a prima.

Usare gli Stati al posto di un banner per dare comunicazioni importanti è forse anche peggio. Innanzitutto perché la maggior parte degli utenti  non guarda mai gli Stati, poi perché uno Stato è difficile da leggere se il testo è molto e, infine, perché gli Stati di WhatsApp spariscono dopo 24 ore.

Qualora WhatsApp dovesse realmente decidere di usare gli Stati per dare importanti comunicazioni su novità del servizio che impattano sull’uso dei dati personali o che cambiano la privacy policy, quindi, un ulteriore intervento del Garante della Privacy sarebbe scontato.