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SICUREZZA INFORMATICA

Cosa ci insegna la cyclette di Joe Biden sulla cybersicurezza

Costa un patrimonio e può rappresentare un rischio alla sicurezza nazionale: perché tutti parlano della cyclette di Joe Biden.

cyclette peloton Fonte foto: Peloton

Il neo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nonostante i 78 anni suonati cerca di mantenersi in forma: “Ho un tapis roulant, una cyclette Peloton e dei pesi. Cerco di allenarmi ogni mattina e poi faccio una doccia e scendo a mangiare qualcosa. Di solito prendo un frullato di proteine“, scrive lo stesso Biden sul suo sito personale. Ma tutto questo rappresenta un enorme problema di sicurezza nazionale per gli Stati Uniti: la causa non è il frullato di proteine e neanche il tapis roulant, ma la cyclette Peloton.

Si tratta di una cyclette smart, dotata di un grande schermo touch da 21 pollici, due potenti speaker da 10 Watt e un sistema operativo proprietario che permette di eseguire app sullo schermo. E, soprattutto, ha una connessione a Internet, un microfono ed una videocamera perché Peloton non è solo un produttore di bike da indoor, ma anche un fornitore di servizi: è possibile abbonarsi e partecipare in streaming a sessioni di allenamento con trainer esperti, sia one-to-one che in classi. Un grande business per Peloton (che fa gola anche ad Apple), ma un grande problema di cybersecurity perché le biciclette, a tutti gli effetti, sono un evoluto device IoT. E quindi è hackerabile.

I pericoli della cyclette di Biden

A dire che la cyclette Peloton di Biden possa diventare una porta d’accesso per gli hacker alla Casa Bianca e che la sua telecamera e il suo microfono possano diventare strumenti di spionaggio (in questo caso internazionale) non sono dei paranoici della cybersecurity o dei fissati di serie TV americane sulle spie: è la stessa Peloton.

Nella pagina del suo sito Web dedicata proprio alla sicurezza delle sue cyclette connesse Peloton ammette: “Noi di Peloton consideriamo la sicurezza dei nostri sistemi e l’interesse dei nostri membri una priorità assoluta. Tuttavia, indipendentemente dallo sforzo che dedichiamo alla sicurezza del sistema, possono comunque essere presenti vulnerabilità. Per questo motivo, ci aspettiamo che la comunità della sicurezza ci aiuti a soddisfare questa priorità assoluta attraverso programmi come la divulgazione responsabile“.

Cioè un “Bounty Program“, ricompense economiche per chi scopre le vulnerabilità del sistema operativo di Peloton e, invece di andarsele a vendere sul Dark Web, le comunica all’azienda. Con prezzi che partono dai 1.800 dollari, abbonamento escluso, Peloton sa benissimo che i suoi prodotti sono destinati all’upper class americana che pretende privacy e cybersicurezza.

Cosa dobbiamo imparare dalla cyclette di Biden

Paradossalmente il fatto che la cyclette di Biden sia diventato un caso di sicurezza nazionale in America è una buona notizia: è infatti l’occasione d’oro per far passare al grande pubblico il messaggio che ovunque ci sia un oggetto connesso a Internet esso può essere hackerato, ma se questo oggetto ha anche un microfono e/o una telecamera è anche possibile trasformarlo in uno strumento di spionaggio completo.

Non a caso gira voce che anche Michelle Obama aveva una Peloton alla Casa Bianca e, all’epoca, i servizi di sicurezza gliela modificarono per azzerare i rischi di attacco informatico. In che modo? Togliendo la connessione, la videocamera e il microfono.

L’ironia su Twitter

Nel frattempo, mentre gli esperti di cybersicurezza pensano a come smontare la cyclette di Biden, come al solito sui social sono partiti i meme e l’ironia. La stessa Peloton, su Twitter, ha pubblicato un meme con un fotogramma tratto dal film Il mistero dei Templari: il protagonista, interpretato da Nicolas Cage, che afferma “Devo portare una bici Peloton alla Casa Bianca“.

Ben presto gli ha risposto il neonato account “The Biden Peloton Bike” con il commento: “User Name: JoeRIDEN“.