Rivoluzione nella medicina veterinaria: una banca dati svela i segreti degli animali più rari
È nato un database scientifico per animali rari ed esotici: immagini mediche utili alla comunità scientifica
Se si parla di radiologia, i dati in possesso della comunità scientifica relativi agli animali della fauna selvatica e degli zoo non sono poi così consistenti. Ne ha parlato il dottor Michael Adkesson, presidente e amministratore delegato del Brookfield Zoo di Chicago.
“I radiologi sono molto a loro agio con cani, gatti, cavalli, mucche e altro. Se si chiede loro di sbirciare all’interno di un rinoceronte nero di 2.300 kg in pericolo d’estinzione, però, si entra in un territorio inesplorato”.
Una nuova banca dati
Il New York Times riporta il resoconto dell’esperto, che ricorda come nel 2018, presso lo zoo di Chicago, proprio uno dei rinoceronti avesse sviluppato dei tremendi problemi respiratori. Il tutto era molto difficile da diagnosticare, fino a che Adkesson e i suoi colleghi non sono riusciti a effettuare una scansione della sua testa.
Si sono allora chiesti come dovesse essere l’interno della testa di un rinoceronte: “Spesso non abbiamo a disposizione buoni dati di riferimento”. Un problema molto serio, che ha dato il via alla creazione di un database radiologico degli zoo e degli acquari. Un sistema che garantisce informazioni utili e pratiche all’intera comunità, scientifica e non.
Al fine di realizzare tutto ciò, ben sette istituzioni zoologiche hanno collaborato. Il database online vanta oggi più di mille immagini mediche, tra radiografie e scansioni TC. Per un totale di 50 specie differenti. Nel novero trovano spazio il corridore della strada maggiore, il tamarino dalla testa di cotone e il pesce chitarra bowmouth. L’obiettivo è quello di raggiungere le 10mila immagini entro il 2026, per un totale di 500 specie.
Una svolta per gli animali rari
Lo studio e la cura degli animali rari passano anche attraverso progetti cruciali come questo. Molte delle immagini contenute nel database sono “comuni”. Ritraggono infatti animali sani, esaminati da radiologi certificati. Il tutto prodotto nel corso di cure di routine.
Ben altro discorso, però, quando ci si addentra nell’analisi di documenti relativi ad animali rari ed esotici. Riuscire a garantire ciò vuol dire evitare ad altri un’operazione complessa come lo spostamento di rinoceronti anestetizzati. Al tempo stesso vuol dire non dover convincere altre giraffe a presentare gli zoccoli e non solo.
Il team spera che i veterinari di altri zoo incorporino il database nella propria pratica quotidiana. Quando si nota qualcosa di strano nella TAC di una qualsiasi creatura, possono sfruttare tutto ciò come riferimento.
Di fatto un veterinario generico può aprire un certo numero di libri di testo e ottenere le informazioni necessarie per cani e gatti. Ciò non è sempre il caso, quasi mai, per i veterinari degli zoo.
Il progetto potrebbe inoltre essere una risorsa anche per i biologi impegnati nello studio di popolazioni animali vulnerabili in natura. Le informazioni offrono poi un ventaglio spettacolari di creature anche per i non addetti ai lavori.
“La bellezza di alcune anatomie è davvero impressionante. – ha detto Adkesson – Non è sempre facile per il pubblico apprezzarla, finché non si inizia a guardare uno scheletro”.