Sono riusciti a decifrare un'antichissima lettera
Un team di ricercatori è riuscito a decifrare una lettera antichissima, scritta in codice, che rivelerebbe un presunto complotto per uccidere Carlo V: misteriosa e incomprensibile, era rimasta nell'ombra per secoli
Poche cose al mondo riescono a dare soddisfazione come la risoluzione di un’indovinello o di un mistero, come ben sanno gli appassionati di giochi enigmistici. Immaginate, dunque, come si possa sentire non solo la comunità scientifica ma qualsiasi appassionato di storia ora che un’antichissima lettera scritta in uno strano codice è stata decifrata, dopo appena cinque secoli di mistero.
Tutto ciò è recentemente accaduto in un laboratorio di ricerca nella Loria, in Francia, dove una squadra di ricercatori, storici e crittografi si è riunita e non ha praticamente fatto altro che cercare di interpretare una serie di sfuggenti simboli, che a prima vista sembravano senza senso e che solo con un grande sforzo e un’attività intensiva di decifrazione, durata ben sei mesi, hanno finalmente rivelato il loro senso.
L’antichissima lettera di Carlo V
Ma di quale lettera stiamo parlando? Il documento non è dei più famosi: si tratta di una sorta di pergamena con una scritta antichissima, di cui erano noti solo l’autore, Carlo V d’Asburgo, e il destinatario, l’ambasciatore e dignitario aristocratico francese Jean de Saint-Mauris. Era chiaro che si trattasse di una lettera perché, per l’appunto, era impostata proprio come una missiva.
Tuttavia era altrettanto chiaro che fosse destinata solo agli occhi di Jean de Saint-Mauris, perché le “parole” scritte erano indecifrabili: un susseguirsi di simboli e arzigogoli che per lungo tempo non hanno avuto alcun senso e sono rimaste al sicuro, per secoli, all’interno della collezione di antichi reperti della biblioteca Stanislas di Nancy in Francia.
Il caso fortuito dietro allo studio della lettera di Carlo V
Come mai, dopo tanti secoli, un team di studiosi ha deciso di decifrare la lettera? È stato un puro colpo di fortuna coniugato a una buona dose di curiosità. Nel 2019 Cécile Pierrot, crittografa del laboratorio della Loria, si trovava a una cena di lavoro e ha sentito parlare della strana lettera. Alcuni storici le hanno detto che, visto il suo talento, se ne sarebbe potuta occupare lei e la studiosa ha voluto raccogliere la sfida.
Purtroppo, però, fra lockdown e tempi burocratici, la Pierrot è riuscita a vedere la lettera per la prima volta solo nel 2021 e c’è voluto un po’ di tempo per allestire una squadra qualificata e iniziare gli studi. Eppure, nonostante tutto, l’obiettivo è stato raggiunto: il team capitanato dalla Pierrot è riuscito a catalogare diverse famiglie di simboli utilizzati da Carlo V, capendo che addirittura alcune parole intere erano state “riassunte” con un singolo segno.
L’imperatore ha addirittura sostituito le vocali che seguono le consonanti con alcuni segni specifici, probabilmente ispirandosi all’arabo. In alcuni passaggi, inoltre, ha utilizzato dei segni che erano palesemente di sua invenzione per riuscire a depistare eventuali nemici che entrassero in possesso del documento.
La svolta e il significato della lettera di Carlo V
Finalmente, la Pierrot e i suoi ricercatori sono arrivati a un punto di svolta: mettendo insieme quanto scoperto sono riusciti a comprendere il senso di una singola frase e proprio grazie a questo sono riusciti a capire il modus operandi dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, decifrando l’intero documento. La lettera testimonia i rapporti tesi fra Carlo V e Francesco I di Francia: nonostante i due avessero firmato un accordo di pace, infatti, sono tanti (e documentati) i tentativi che hanno portato avanti per indebolirsi a vicenda.
L’oggetto della lettera misteriosa di Carlo V al dignitario francese Jean de Saint-Mauris, che era suo alleato, era proprio questo: una lamentela per i continui sotterfugi che il Re di Francia ordiva per colpire l’Imperatore. Carlo V, addirittura, sosteneva nella lettera di avere delle informazioni su un complotto ordito per assassinarlo e chiedeva a de Saint-Mauris di cercare informazioni al riguardo.
Adesso, i ricercatori sperano di individuare altre lettere tra l’Imperatore e i suoi ambasciatori: reperti del genere, infatti, sono la più grande testimonianza sulle strategie del sovrano.