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Digitale Terrestre, allarme TV locali: che succede

L'enorme ritardo nel passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione Digitale Terrestre DVB-T2 sta distruggendo le TV locali e sta mettendo a rischio la loro stessa esistenza: quando finisce lo switch off?

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Mentre al CES 2025 di Las Vegas vanno in mostra le migliori tecnologie per aumentare la qualità audio e video sulle Smart TV di ultima generazione, in Italia ancora si attende lo switch off definitivo al Digitale Terrestre di seconda generazione DVB-T2 e le emittenti TV sono costrette a usare tecnologie vecchissime.

Il problema riguarda principalmente le emittenti locali, quelle rappresentate dall’associazione di categoria Aeranti-Corallo, il cui coordinatore Marco Rossignoli ha lanciato l’ennesimo allarme: “Tale situazione determina una ingiustificata limitazione della qualita’ del servizio offerto ai cittadini dalle tv locali“.

Digitale Terrestre: a che punto siamo

La transizione a Digitale Terrestre di seconda generazione, il famigerato “switch off“,doveva portare a due risultati.

Il primo, tecnico, era quello di aumentare la qualità e quantità di canali disponibili, grazie al passaggio a codec di compressione più efficienti che, a parità di spazio radio occupato, permettono di inviare più dati.

Il secondo, economico, era quello di sfruttare queste migliorie tecnologiche per liberare alcune frequenze radio (la cosiddetta “banda 700”) per darle agli operatori telefonici, che le chiedevano per implementare la rete dati 5G. Queste frequenze (e altre) sono state concesse dallo Stato a seguito di un’asta pubblica, che ha fruttato oltre 6,5 miliardi di euro.

Il problema, però, è che fino ad oggi sono state tolte le frequenze agli editori radio-TV, in particolare a quelli su scala regionale e locale, ma non è stata implementata la nuova tecnologia di trasmissione più efficiente (il codec HEVC Main 10).

ll risultato è che, qualitativamente, le TV locali sono nettamente peggiorate nonostante abbiano dovuto spendere milioni e milioni di euro per aggiornare l’attrezzatura di produzione e trasmissione. Attrezzatura che, ancora oggi, resta in gran parte inutilizzata.

L’unica miglioria al sistema di trasmissione avvenuta negli ultimi anni, infatti, è stato il passaggio dal codec MPEG-2 a quello MPEG-4, che è certamente più efficiente ma non quanto il codec HEVC, che gli operatori ancora non possono usare.

Solo che, alla fine dei conti, a causa dei tagli alle frequenze il segnale che possono usare le TV private oggi è di gran lunga inferiore a quello di qualche anni fa e non basta a inviare flussi di dati sufficienti a garantire una buona qualità audio e video.

Questa situazione, però, non riguarda le TV nazionali che, a differenza di quelle locali, possono usare uno spazio radio sufficiente a garantire una buona qualità.

Aeranti-Corallo alza la voce

Le TV private, quindi, sono molto penalizzate dalla grande incompiuta italiana che è ancora oggi lo switch off al DVB-T2.

La richiesta, l’ennesima, di Aeranti-Corallo è dunque quella di far presto e di completare il passaggio definitivo al nuovo standard, nonché “di adottare misure specifiche a sostegno del processo di adeguamento tecnologico“.

Quest’ultima richiesta si traduce, in pratica, in nuovi bonus per la sostituzione delle Smart TV: non è infatti chiaro quante siano, oggi, le TV incompatibili col DVB-T2 ancora presenti nelle case degli italiani.

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