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In che modo vengono tracciati gli utenti che accedono a siti per lo streaming pirata

Dopo il caso Streaming Community molti si sono chiesti in che modo le autorità possono tracciare l’accesso ai siti illegali. La risposta sta nell’indirizzo IP

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Uno dei temi caldi di questi giorni è sicuramente l’affare Streaming Community, con l’intervento dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) che ha parlato delle possibili multe fino a 5.000 euro per gli utenti (recidivi) che guardano illegalmente i contenuti sulla piattaforma di streaming illegale.

E con l’evoluzione del Piracy Shield, che entra in gioco anche quando si parla di film e serie TV pirata, in molti si sono chiesti come fa questo sistema di sicurezza a rilevare gli utenti che accedono ai contenuti illegali. La risposta è semplice: utilizza l’indirizzo IP, quel numero che identifica qualsiasi device connesso a Internet.

Che cos’è l’indirizzo IP e come funziona

Come appena anticipato, ogni device connesso a Internet (PC, smartphone, tablet, smart TV ecc) utilizza un indirizzo IP (Internet Protocol), un codice numerico che viene assegnato dall’ISP (Internet Service Provider) ed ha lo scopo di consentire al traffico dati di raggiungere il dispositivo e viceversa, garantendo che le informazioni in rete sappiano sempre in che direzione andare. La cosa, ovviamente, si applica anche ai servizi di streaming (legali e non)

Gli indirizzi IP sono generati secondo regole internazionali stabilite dall’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) e sono spesso dinamici, cioè possono cambiare nel tempo o quando ci si sposta da una rete all’altra.

In certi casi è anche possibile impostare manualmente un IP statico, utile per identificare in modo stabile e univoco un dispositivo o un servizio sulla rete, permettendo un accesso più facile e diretto.

In che modo l’indirizzo IP viene tracciato

Quando si visita un sito web, il server che ospita i suoi contenuti deve conoscere il vostro indirizzo IP per inviare quanto richiesto. Il gestore della piattaforma, dunque, ha la capacità di conservare questo dato e se il sito venisse messo sotto inchiesta per violazioni del copyright (come nel caso di Streaming Community), i dati raccolti potrebbero finire nelle mani delle autorità.

Chiaramente partendo dal solo indirizzo IP non è possibile risalire direttamente all’identità di un utente ma in caso di indagini in corso i fornitori di servizi Internet possono essere legalmente obbligati a collegare un determinato indirizzo IP a un utente. Perciò, se le autorità lo richiedono, è possibile risalire all’identità degli utenti a cui sono stati assegnati gli indirizzi IP rilevati nel corso delle investigazioni.

Tuttavia, il fatto che, se necessario, le Forze dell’Ordine possano accedere all’identità di un utente tramite l’indirizzo IP solleva importanti dubbi sulla privacy. Visitare portali che ospitano contenuti illegali, ovviamente, comporta dei rischi, non solo per la possibilità di incorrere nelle sanzioni di cui sopra, ma anche perché potenzialmente espone i comportamenti degli utenti agli occhi delle autorità.

Importante ricordare, però, che la decisione di tracciare e identificare qualcuno è generalmente basata su ordini giudiziari o richieste formali da parte delle autorità competenti e deve rispettare le normative sulla privacy e la protezione dei dati dei vari paesi.

Nel caso dell’Italia, ad esempio, l’AGCOM e la Guardia di Finanza che sono impegnate nella lotta alla pirateria digitale hanno gli strumenti e i poteri per richiedere tali dati agli ISP.

Incorrere nelle multe molto salate, dunque, non è poi un’ipotesi così remota e, sicuramente, è una questione che no va presa sottogamba. Per questo motivo è sempre bene navigare in rete consapevolmente e scegliere le piattaforme di streaming legali.