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Digitale Terrestre, cosa (non) è successo oggi alla RAI

Ad agosto l'annuncio del passaggio al DVB-T2 dei primi canali RAI entro il 10 gennaio, ma ad oggi non è ancora successo assolutamente nulla

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La notizia di oggi è che, come ampiamente previsto, non è successo niente. Proprio nei giorni in cui, a Las Vegas, vengono presentate le ultime tecnologie applicate alle Smart TV, che sono sempre più connesse a Internet, sempre più ad alta risoluzione e hanno una qualità video sempre maggiore, a Roma salta il passaggio del primo gruppo di canali RAI al (non più) nuovo standard DVB-T2.

Oggi, 10 gennaio 2024, era previsto il passaggio dei canali del MUX B della RAI allo standard digitale terrestre di seconda generazione, ma questo passaggio non ci sarà e il Governo, dopo aver annunciato il “mini Switch Off” a inizio agosto, al momento tace.

Switch Off entro il 10 gennaio

Ad agosto il ministro delle Imprese e del Made in Italy (ex Sviluppo economico), Adolfo Urso, aveva dichiarato che entro il 10 gennaio la RAI “dovrà impegnarsi a diffondere un proprio MUX nazionale in standard DVB-T2 e a predisporre il passaggio dei restanti MUX in standard DVB-T2 secondo la roadmap predisposta dal Ministero, in coerenza con la normativa di settore“.

Non è mai stato chiarito quale MUX dovesse passare al DVB-T2, ma in molti hanno ipotizzato che si trattasse del MUX B, quello che trasmette questi 15 canali:

  • RAI 4 – LCN 21
  • RAI 5 – LCN 23
  • RAI Scuola – LCN 57 e 146
  • RAI Play – LCN 201
  • RAI Radio 2 Visual – LCN 202
  • RAI Play Sound – LCN 203
  • RAI 1 HD – LCN 501
  • RAI 2 HD – LCN 502
  • RAI 3 HD – LCN 503
  • RAI Premium HD – LCN 525
  • RAI Gulp HD – LCN 542
  • RAI Yoyo HD – LCN 543
  • RAI Storia HD – LCN 554
  • RAI Sport HD Test HEVC – LCN 558
  • RTV San Marino – LCN 831

Questi canali, da oggi, dovrebbero trasmettere soltanto in standard DVB-T2, quindi con codec HEVC Main 10 (H.265), ma in realtà trasmettono ancora con il vecchio standard DVB-T1. Non è cambiato nulla, insomma.

L’Italia non è pronta

Alla base di questa (non) scelta c’è il fatto che, se alcuni canali passano al DVB-T2, milioni di famiglie italiane non potranno più vederli. Questo perché, come ha confermato l’ultimo Rapporto Censis-Auditel a novembre, le case con TV non compatibili col DVB-T2 in Italia sono ancora 8,4 milioni.

Si tratta di un numero enorme sia in assoluto che in percentuale: il 35,2% delle famiglie italiane non hanno nemmeno una TV compatibile col DVB-T2.

A questo punto, però, fare previsioni su quando realmente finirà l’interminabile Switch Off italiano diventa del tutto impossibile: qualunque data potrebbe essere smentita, persino se ad annunciarla è il ministro competente.