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Digitale Terrestre: che succede se arriva lo Switch Off

Quante sono, realmente, le televisioni non compatibili con il Digitale Terrestre di seconda generazione presenti nelle case italiane? Molte di più di quanto si possa pensare

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Se oggi dovesse arrivare lo Switch Off definitivo al Digitale Terrestre di seconda generazione DVB-T2 milioni di italiani non potrebbero più vedere la TV. Quello delle TV non compatibili con il nuovo standard di trasmissione è un tema sul quale si è discusso moltissimo, anche con dati non sempre attendibili.

Ma stavolta i dati di cui parliamo sono più che affidabili, visto che sono quelli del 6° Rapporto Censis-Auditel e, quindi, sono stati raccolti “fisicamente” da Auditel, società che da decenni monitora gli ascolti TV tramite un’apparecchiatura elettronica che viene collegata alla TV in uso. Auditel, quindi, entra nelle case degli italiani che partecipano al monitoraggio e, per questo, sa perfettamente quante sono (in media) le TV non compatibili con il DVB-T2. E sono ancora tantissime.

Quante TV non sono compatibili DVB-T2

Su 43,4 milioni di TV presenti nelle case degli italiani, circa 22,7 milioni (52,4%) sono compatibili con il DVB-T2 mentre 20,7 milioni (47,6%) non sono compatibili. Quasi una TV su due tra quelle presenti nelle case italiane, quindi, smetterebbe di funzionare se il giorno dello Switch Off fosse oggi.

Ciò non vuol dire, però, che in Italia ci sono 20,7 milioni di case in cui non si potrà vedere la televisione dopo il passaggio al DVB-T2: nella maggior parte dei casi, infatti, la TV non compatibile è diventata la seconda o terza TV presente in casa e non è stata rottamata perché ancora funziona con lo standard di trasmissione attuale.

Le famiglie che, invece, non hanno nemmeno una TV compatibile col DVB-T2 sono 8,4 milioni (35,2%), per un totale di 13,9 milioni di apparecchi obsoleti.

Ciò vuol dire, per tornare alla domanda iniziale, che se per miracolo oggi arrivasse lo Switch Off definitivo al DVB-T2 con codifica HEVC oltre una famiglia su tre in Italia non vedrebbe più nessun canale televisivo e dovrebbe correre a comprare una nuova TV.

Perché non arriva lo Switch Off

A questo punto ci sono due possibili interpretazioni dei numeri: la prima è che non arriva lo Switch Off perché ci sono ancora 8 milioni di famiglie non pronte, la seconda è che ci sono ancora 8 milioni di famiglie non pronte perché fino a quando non arriva lo Switch Off non hanno alcun motivo di spendere dei soldi per comprare una nuova TV.

Nel frattempo, però, ci sono centinaia di emittenti TV locali che hanno dovuto investire pesantemente per cambiare le proprie attrezzature di trasmissione ma ancora sono costrette a trasmettere a bassa risoluzione e bassissima qualità, perché finché non si cambia standard ci sono dei limiti tecnici che impediscono a tutti di avere lo “spazio radio” (ci perdonino i tecnici per la brutale semplificazione) necessario per trasmettere al meglio.

Queste emittenti sono rappresentate dall’associazione di settore Aeranti-Corallo e chiedono, da mesi, il passaggio definitivo al Digitale Terrestre di seconda generazione. Secondo Aeranti-Corallo, infatti, tutte quelle TV non compatibili non spariranno dalle case degli italiani fino a quando non sarà necessario e obbligatorio cambiare TV per lo Switch Off

Gli italiani amano le Smart TV

L’idea di Aeranti-Corallo va vista alla luce di un altro numero presente nel report Auditel-Censis: quello sul numero di TV connesse presenti in Italia.

Quest’anno, secondo il rapporto, il numero delle Smart TV ha superato il numero delle TV tradizionali, non connesse a Internet: 21 milioni di Smart TV e 20 milioni e mezzo di TV tradizionali. Di queste Smart TV ben 6,1 milioni (14,1%) sono da almeno 50 pollici e ben 8,2 milioni (19%) sono 4K.

Tuttavia, non tutte le Smart TV sono state collegate a Internet: solo 17,1 milioni su 21 milioni, infatti, sono realmente connesse.

Italiani senza TV

Infine, dal 6° rapporto Auditel-Censis emerge un ultimo dato interessante: ci sono ben 700 mila famiglie italiane (2,8%, pari a 1,4 milioni di persone) che non hanno nemmeno una TV. Si tratta di un numero elevato, che il rapporto definisce come “zoccolo duro di individui che nella maggior parte dei casi hanno fatto una scelta ben precisa e che difficilmente potranno decidere nel breve periodo di dotarsi di un televisore“.

Non è affatto da escludere, però, che in realtà almeno parte di questo zoccolo duro abbia deciso di fare a meno dei canali trasmessi sul Digitale Terrestre, anche per non pagare il canone TV in bolletta, ma che in realtà stia continuando a usare piattaforme di streaming attraverso altri dispositivi connessi: computer, tablet e smartphone.

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