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Digitale Terrestre, l'8 marzo si cambia: 3 cose da controllare

Manca pochissimo al passaggio di tutte le TV nazionali al codec MPEG-4: ecco cosa vuol dire e come farsi trovare pronti (e come evitare le bufale)

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Il giorno fatidico è quasi arrivato: martedì 8 marzo tutte le emittenti nazionali che trasmettono sul Digitale Terrestre cambieranno codec, cioè l’algoritmo di codifica delle immagini e dell’audio. Si passa da MPEG-2 a MPEG-4 e chi non ha un impianto (TV o decoder) compatibile con il nuovo codec non potrà vedere i canali in MPEG-4. In alcuni casi, però, potrà continuare a vedere una versione in MPEG-2 che verrà spostata di numerazione, oltre il 500.

Il passaggio all’MPEG-4 è propedeutico a quello all’altro codec, quello definitivo del Digitale Terrestre di seconda generazione DVB-T2: HEVC Main 10. Questo codec, però, arriverà solo (anzi, forse) nel 2023 al termine dello switch off. Al momento è importante prepararsi all’arrivo di MPEG-4, perché i canali “sdoppiati” in MPEG-2 non dureranno molto: saranno tutti provvisori e con i giorni contati, dato che le frequenze scarseggiano. Il passaggio da MPEG-2 a MPEG-4, infatti, è dovuto al fatto che il 30 giugno 2022 dovrà terminare il cosiddetto “refarming” delle frequenze: tutte le frequenze TV da 694 a 790 MHz dovranno essere lasciate libere agli operatori telefonici per il 5G e, quindi, nella seconda metà dell’anno ci saranno meno frequenze disponibili per le televisioni. L’MPEG-4 permette di trasmettere più TV in meno frequenze, per questo tutte le emittenti devono cambiare codec. Ecco, quindi, 3 cose da controllare in vista dell’8 marzo.

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Switch Off: si vedono i canali HD?

In questi giorni sta girando uno spot del Ministero dello Sviluppo Economico che descrive l’8 marzo come il giorno in cui la TV italiana passa all'”alta qualità“. Ma “alta qualità” dal punto di vista tecnico non vuol dir nulla, è solo marketing e, soprattutto, non va confusa con “alta definizione“.

Non è vero che l’8 marzo tutte le TV nazionali passeranno all’HD: passeranno all’MPEG-4, che è il codec usato per i canali HD e anche per alcuni SD. Tuttavia, i canali HD ci possono tornare comodi per sapere se avremo problemi dopo l’8 marzo o se vedremo tutto.

Se con la nostra TV e/o decoder esterno oggi riusciamo a vedere senza problemi i canali HD, come RAI 1 HD (501) e Canale 5 HD (505), allora non avremo problemi neanche dopo l’8 marzo.

Questo perché RAI 1 HD e Canale 5 HD, come tutti i canali in alta definizione, sono trasmessi in MPEG-4, quindi se vediamo quelli allora vedremo anche tutti gli altri canali in MPEG-4.

Ma, lo ripetiamo: l’8 marzo non ci risveglieremo con tutti i canali nazionali in HD.

Switch Off: devo cambiare antenna?

Altro malinteso da chiarire: non serve cambiare antenna per vedere i canali in MPEG-4. Tuttavia, il passaggio all’MPEG-4 è una buona occasione per controllare lo stato di salute dell’antenna.

Inoltre, esattamente come avvenne con l’arrivo della rete telefonica 4G, anche quando verranno consegnate le frequenze per il 5G potrebbero crearsi delle interferenze tra segnale TV e segnale telefonico. Interferenze che si possono risolvere tramite un filtro da applicare all’antenna.

Oppure comprando una nuova antenna, con il filtro 4G/5G già integrato. Per questo è utile, oggi, il controllo dell’antenna: se è ormai vecchia, arrugginita, con qualche pezzo rotto dal vento o dagli uccelli, è una buona idea sostituirla con una nuova dotata di filtro. Ma, lo ripetiamo, non è obbligatorio.

Switch Off: devo risintonizzare?

, e probabilmente più di una volta nelle prossime settimane. Certamente l’8 marzo tutti i canali nazionali cambieranno numerazione: le versioni in MPEG-4 verranno portate a inizio numerazione LCN, mentre quelle (eventuali) in MPEG-2 verranno spostate in fondo, dal 500 in poi. Già questo comporta la necessità di risintonizzare la TV.

Nel frattempo, però, prosegue il già citato refarming che costringe ad ulteriori risintonizzazioni dei canali. Ma mentre il passaggio all’MPEG-4 è su scala nazionale, il refarming avviene per aree geografiche e secondo un preciso calendario.

In questi giorni, infatti, sono interessate al refarming l’Area 2 (dal 3 gennaio al 9 marzo), l’Area 3 (dal 9 febbraio al 14 marzo) e l’Area 4 (dal 1° marzo al 15 maggio). Queste tre aree comprendono tutte le Regioni italiane tranne Sardegna, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio e Campania.