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Digitale terrestre: cosa succede a ottobre e cosa a novembre

Il 15 ottobre e il 15 novembre sono due date importanti nel passaggio al nuovo Digitale Terrestre: ecco cosa succederà e cosa cambia per gli spettatori

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Da quando il Ministero dello Sviluppo Economico, con il decreto del 30 Luglio 2021, ha rinviato l’inizio del passaggio dall’attuale standard del Digitale Terrestre DVB-T al nuovo DVB-T2 (il cosiddetto “switch off“) si è creata molta confusione su cosa succederà nei prossimi giorni, mesi e anni e sulla reale necessità di cambiare televisione.

Come è ormai ben noto, la precedente data del 1° settembre è saltata e l’introduzione del codec MPEG-4, al posto dell’attuale MPEG-2, è rimandata al 15 ottobre. C’è, tuttavia, una ulteriore data che circola sui social, nei blog e su alcuni siti Web in cerca di click facili: quella del 15 novembre. Secondo alcuni poco o male informati, quindi, il passaggio da MPEG-2 a MPEG-4 inizierà il 15 novembre, e non il 15 ottobre, e sarà persino scaglionato con date diverse da regione a regione: la Sardegna, secondo questa interpretazione errata del decreto, sarebbe la prima. Questa notizia è falsa e le cose stanno in modo molto diverso. Poiché il passaggio da MPEG-2 a MPEG-4 comporterà l’impossibilità per alcuni telespettatori (dotati di televisori molto vecchi) di vedere i programmi cerchiamo di fare chiarezza.

Cosa succede il 15 ottobre

Il 15 ottobre succederà quello che doveva succedere il 1° settembre: le emittenti inizieranno ad abbandonare la vecchia codifica MPEG-2 e ad adottare la nuova MPEG-4 (che, in realtà, tanto nuova non è). Abbiamo detto “inizieranno” perché, a differenza di quanto inizialmente previsto nella vecchia roadmap, con l’ultimo decreto il cambio di codec è facoltativo.

La RAI, ad esempio, il 15 ottobre passerà in MPEG-4 solo 13 canali TV e 9 radio. Queste le TV:

  • Rai 5
  • Rai Storia
  • Rai Sport
  • Rai Scuola
  • Rai 4
  • Rai Movie
  • Rai Premium
  • Rai Gulp
  • Rai YoYo
  • Rai 1 HD
  • Rai Sport + HD
  • Rai 2 HD
  • Rai 3 HD

E queste le radio:

  • Rai Radio Tutta Italiana
  • Rai Radio3 Classica
  • Rai Radio Techetè
  • Rai Radio Live
  • Rai Radio Kids
  • Rai Isoradio
  • Rai GrParlamento
  • Rai Radio1 Sport
  • Rai Radio2 Indie

Resteranno invece con il vecchio codec, e saranno quindi visibili a tutti, le quattro TV ammiraglie:

  • Rai 1
  • Rai 2
  • Rai 3
  • Rai News 24

Altri editori TV si comporteranno in modo diverso, facendo ognuno le sue scelte anche perché adesso il passaggio da un codec all’altro è facoltativo.

Cosa succede il 15 novembre

Ma veniamo alla seconda data, quella del 15 novembre, che secondo alcuni comporterà il passaggio al nuovo digitale terrestre. In questa data scatta non il cambio di codifica, bensì il cosiddetto “refarming“.

Con questo termine si intende il processo di spegnimento degli impianti di trasmissione del segnale TV su alcune frequenze radio (quelle della banda dei 700 MHz, per la precisione 694-790 Mhz), che sono state già aggiudicate all’asta agli operatori telefonici per la rete 5G.

L’asta è stata fatta a ottobre 2018 e lo Stato ha già incassato la cifra record di 6,5 miliardi di euro, quindi non è più possibile fare passi indietro: quelle frequenze vanno lasciate libere dalle emittenti TV e assegnate alla rete 5G.

Secondo quanto prevede il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico di fine giugno tali frequenze dovranno essere lasciate libere a partire dal 15 novembre 2021. Si partirà dalla Sardegna, ma solo a da gennaio 2022 tali frequenze verranno liberate anche in altre regioni d’Italia.