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SCIENZA

Dinosauri, anche loro potevano ammalarsi: il caso di Dolly

I dinosauri potevano ammalarsi: la sauropode Dolly è il primo esemplare che mostra chiari segni di una brutta infezione alle vie respiratorie

Dinosauri con l'influenza

I dinosauri potevano ammalarsi. Potevano sviluppare malattie delle ossa come l’artrite, come rivelò uno studio del 2016, ed oggi sappiamo che potevano sviluppare anche altri tipi di patologie. Dolly, per esempio, era un sauropode tra i 15 e i 20 anni di età, viveva nel Montana e lo studio dei suoi resti fossili dimostra che avesse sviluppato una malattia respiratoria. È la prima volta che si ha un’evidenza del genere in paleontologia.

Una malattia “da uccello”

Dolly visse circa 150 milioni di anni fa, e con ogni probabilità sperimentò suo malgrado sintomi del tutto simili a quelli delle nostre peggiori influenze: mal di gola, mal di testa e difficoltà a respirare. La sfortunata sauropode, battezzata Dolly in onore di Dolly Parton, è stata accuratamente analizzata da un team di paleontologi, veterinari e specialisti d’anatomia.

I risultati della ricerca, pubblicati su Nature Scientific Reports, mostrano per la prima volta “la presenza di un’infezione respiratoria di tipo aviano in un dinosauro non-aviano”. Mai come negli ultimi anni siamo stati vicini a comprendere meglio cosa fossero e come vivessero le enormi creature che popolavano la Terra milioni di anni fa: tutto lascerebbe credere, ad oggi, che fossero molto più simili agli uccelli che a delle “lucertole terribilmente enormi” – come le chiama Cary Woodruff, tra gli autori dello studio.

Dopo la recente scoperta dell’embrione di dinosauro nella tipica posizione pre-natale degli uccelli all’interno dell’uovo, arriva oggi la conferma che i dinosauri potevano sviluppare malattie del tutto simili a quelle che colpiscono gli uccelli.

Dolly, infatti, mostra segni di un’infezione delle vie respiratorie già osservata negli uccelli, compatibile con l’aspergillosi, un’infezione che colpisce uccelli e uomini a contatto con determinate spore fungine. E non solo: l’infezione di Dolly si è diffusa nelle ossa nelle stesse posizioni di quanto avviene negli uccelli colpiti dalla malattia.

Un dinosauro con un brutto raffreddore

Per comprendere che tipo di malattia avesse Dolly, i ricercatori hanno eseguito delle TAC delle vertebre della sauropode. Negli uccelli, alcune malattie respiratorie possono provocare la crescita di una sorta di corteccia nella parte esterna dell’osso. Nel caso di Dolly, afferma Woodruff, “anche l’interno dell’osso era davvero disastrato”: la sauropode contrasse un’infezione respiratoria molto simile a quelle che colpiscono i moderni uccelli, e con ogni probabilità sviluppò dei sintomi.

Gli uccelli colpiti da aspergillosi possono presentare tosse e febbre alta, perdita di peso e arrivare a sviluppare delle polmoniti, se la malattia non viene curata. Dolly non deve essere stata molto meglio. “Non possiamo sapere se Dolly sia crollata per via di questa malattia” afferma Woodruff “o se fosse visibilmente malata o divisa dal branco e quindi facile bersaglio per i predatori”. Quel che è certo, continua il direttore di paleontologia del Great Plains Dinosaur Museum di Malta, Montana, “è che in un modo o in un altro questa malattia causò la sua morte”.

La ricerca mostra per la prima volta delle evidenze chiare che i dinosauri fossero suscettibili di infezioni respiratorie del tutto simili a quelle sviluppate dagli uccelli, e può offrire importanti indizi sul funzionamento della fisiologia e del sistema immunitario dei dinosauri – una materia inevitabilmente oscura, quando si hanno a disposizione soltanto ossa fossili.

“I mammiferi e gli uccelli hanno un sistema immunitario molto diverso” spiega Woodruff “se abbiamo questo dinosauro non-aviano che respira come gli uccelli e ha un’infezione respiratoria tipica degli uccelli, la statistica indica una risposta immunitaria più simile a quella degli uccelli che non a quella dei mammiferi, o altri rettili”.

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