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SCIENZA

Dopo 700 anni è stato svelato un codice matematico segreto attribuibile a Dante

Studiosi hanno svelato dopo tanti secoli uno schema matematico che unisce tutti i canti della Divina Commedia di Dante Alighieri

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La Divina Commedia di Dante è costantemente sottoposta a degli approfonditi studi. Un’opera di tale potenza letteraria e storica non può che essere al centro di ricerche in maniera quasi perenne.

Tutto ciò pare aver portato alla luce il significato nascosto del capolavoro di Dante Alighieri. Il frutto di un’analisi complessa sulla simbologia numerica che sottende l’opera. Il celebre autore l’ha realizzata nel corso degli anni del suo esilio, tra il 1306 e il 1321. Al suo interno vi ha riversato un importante sapere sulla civiltà medievale ma, al tempo stesso, ha arricchito i suoi versi di un valore simbolico.

La numerologia in Dante

Non è la prima volta, certo, che qualcuno tenta di evidenziare un legame tra la numerologia e i versi della Divina Commedia di Dante Alighieri. Qualcosa che getti luce su un vero e proprio schema voluto, che porti a una fase successiva dell’analisi dell’opera.

Entra così in scena un professore di Harvard, Charles Singleton, stimato studioso di Dante. Si tratta di uno dei primi ad aver intravisto l’uso della numerologia sia a livello narrativo che compositivo nell’antico testo. Il suo sguardo si è concentrato soprattutto sul canto 17 del Purgatorio.

L’uomo è deceduto nel 1985 ma le sue ricerche non sono state abbandonate. Il lavoro è stato infatti proseguito dall’esperto dantesco Franco Nembrini. Questi ha proceduto a scomporre i canti dell’opera, ponendo sotto attenta analisi il numero di versi e la loro somma. Un insieme enorme di cifre, sovrapposte e messe in fila, fino a individuare uno schema numerico composto da strutture a croce. Cruciale il ruolo del canto 17 del Purgatorio, perché si pone esattamente al centro di questo sistema.

L’importanza del numero 33

La fase cruciale della ricerca di Franco Nembrini si è ormai conclusa. L’esperto ha quindi avuto modo di pubblicare i propri studi. È stato spiegato come la somma dei versi coinvolti in tutti gli schemi a croce rilevati è sempre 33 o 9. Una costante che non può essere affatto casuale. Cifre ben specifiche, che indicano rispettivamente gli anni di Cristo e l’età che lo stesso Dante aveva quando per la prima volta incontrò Beatrice. Una forma a X per ogni cantica, con una sola che si sovrappone alla croce grande.

Il nuovo passo della ricerca va attribuito agli autori Rita Monaldi e Francesco Sorti che, come spiegato al Corriere della Sera (edizione Firenze), si sono rivolti a due matematici per “capire quante probabilità ci fossero di essere di fronte a numeri casuali e non a un codice intenzionale: Andrea Suli del Crn e Paolo Ferragina, professore di algoritmi dell’Università di Pisa”. Il responso degli esperti è stato chiaro. Del tutto da escludere l’ipotesi di una coincidenza, la cui probabilità sarebbe al di sotto di 1 su 100 milioni.

“La cosa incredibile è che non sarebbe mai stato possibile arrivarci in un’epoca precedente all’avvento dei computer. (…) Il fatto che il poema contenga anche uno schema matematico invisibile ai contemporanei, ma comprensibile solo dai posteri 700 anni dopo, è qualcosa di davvero incredibile”.

Viene però da chiedersi perché tali complesse strutture matematiche diano tanta rilevanza al canto 17 del Purgatorio, al punto da sfruttarlo come elemento centrale degli schemi a croce. Monaldi e Sorti hanno spiegato che tale scelta potrebbe derivare dal suo posizionamento nel mezzo del poema, sulla quarta delle sette colline. Tratta inoltre tematiche profonde come l’amore e il libero arbitrio, che sono a loro volta posti al centro della Comedìa.

Francesco Sorti e Rita Monaldi spiegano infine come questa scoperta sveli “dove si trovi veramente il cuore della Commedia, racchiuso appunto nel concetto di trasumanare disumanare, come fossero le pillole rossa e blu di Matrix. Il messaggio di Dante è: non scordatevi del vero viaggio, che è quello che conduce verso l’alto o verso il basso”.