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Dopo le IPTV i giornali pirata: chiusi 329 canali Telegram, cosa si rischia

Ennesima operazione della Guardia di Finanza contro la pirateria: questa volta sono stati scoperti e chiusi centinaia di gruppi Telegram.

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Si fa sempre più concreta ed efficace l’attività della Guardia di Finanza contro le piattaforme di distribuzione dei contenuti pirata: non solo IPTV, con le recenti operazioni come “The Net” che a dicembre ha smantellato un network usato da 50.000 utenti, ma anche giornali, riviste ed e-book.

Dopo quasi un anno di indagini, partite ad aprile 2020, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari hanno infatti smantellato una rete di oltre trecento canali Telegram e dieci siti Web dai quali migliaia di persone scaricavano ogni giorno quotidiani e altre pubblicazioni. Già ad agosto 2020 i Finanzieri avevano eseguito perquisizioni domiciliari in Puglia, Campania, Marche e Lazio, durante le quali avevano sequestrato smartphone e computer sui quali sono state trovate tracce di attività illegali.

La pirateria viaggia su Telegram

Per leggere i giornali pirata era necessario iscriversi a uno dei 329 gruppi e canali Telegram sequestrati dalla Finanza. All’interno delle chat di Telegram venivano pubblicati i link ai giornali e alle riviste, che si trovavano su 10 siti Web ospitati su server stranieri.

Per l’utente era tutto gratis: nessuna iscrizione necessaria, a differenza di quanto invece accade col classico pezzotto” delle IPTV illegali. A gestire questo sistema erano in 9 persone, denunciate per pirateria informatica, che guadagnavano grazie ai banner pubblicitari presenti sui siti illegali.

La pubblicità online è redditizia solo se il sito fa moltissime visite, cosa che lascia intuire quanti erano gli utenti di questi gruppi e canali Telegram. Tutti i siti scoperti sono stati oscurati e tutti i canali sono stati chiusi.

Giornali pirata: cosa si rischia

Come nel caso delle IPTV illegali, anche per chi diffonde e “consuma” giornali pirata è prevista una pena economica e una denuncia penale. A rischiare di più è chi diffonde i materiali coperti da diritto d’autore per guadagnarci: fino a 4 anni di carcere e fino a 15.400 euro di multa.

Pene inferiori per chi diffonde copie illegali senza guadagnarci (basta girare il pdf di un giornale ad un amico via WhatsApp): da 51 a 2.065 euro. Ma è soggetto a denuncia anche chi semplicemente legge un giornale pirata senza condividerlo con nessuno: la sola iscrizione a questi gruppi e canali Telegram, quindi, è potenzialmente un reato perché basta aprire il gruppo per vedere chi vi partecipa.