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SCIENZA

Un tesoro di inestimabile valore ha portato a galla esemplari unici

Dei veri e propri tesori all'interno dell'ambra dorata, qualcosa di antico e inaspettato: ecco cosa ci raccontano i ritrovamenti avvenuti in Myanmar

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Di tesori inestimabili racchiusi all’interno di pietre preziose si sente spesso parlare nelle fiabe o nei racconti fantastici. Questa volta, però, la storia è più che mai reale: in un fossile d’ambra in Myanmar, infatti, è stato rinvenuto qualcosa di davvero inestimabile. Attenzione però, perché il suo valore non è economico, ma storico: la sua presenza, infatti, fornisce importanti spunti sugli ecosistemi forestali del Cretaceo centrale.

Cosa significa, in soldoni? Significa che grazie a ciò che è stato trovato all’interno della preziosa pietra in Birmania siamo adesso in grado di conoscere qualcosa (molto) di più rispetto ai tempi dei dinosauri, rivelandoci qualcosa di nuovo sulla morfologia e sull’evoluzione degli organismi che abitavano le foreste nel nostro passato più antico.

La situazione dei fossili d’ambra in Myanmar

Prima di parlare di cosa gli scienziati hanno dedotto e concluso in seguito all’analisi dei fossili d’ambra, occorre fare una doverosa precisazione. L‘ambra del Myanmar è molto più famosa di quanto si possa pensare. Una lunga storia archeologica e paleontologica rivela il suo alto tasso di conservazione di insetti, piante e rettili che vivevano accanto ai dinosauri durante il Cretaceo. Si penserebbe, dunque, che la ricerca scientifica sia appoggiata e caldeggiata in questa zona.

Purtroppo, invece, i fossili d’ambra del Myanmar sono tristemente protagonisti di eventi negativi a causa delle questioni legali ed etiche che concernono la scoperta, la raccolta, il commercio e la ricerca di e su questo materiale. Diversi Paesi hanno una legislazione in atto per proteggere i fossili dall’essere esportati illegalmente o studiati senza il coinvolgimento di ricercatori locali, ma il Myanmar ha delle leggi lacunose, che, purtroppo, spesso portano i fossili a essere venduti a a gioiellieri e collezionisti privati.

Il nuovo ritrovamento e l’impegno degli scienziati

Alla luce di tutto questo, diventa davvero difficile per gli scienziati del Myanmar riuscire a rintracciare questi preziosi fossili per studiarli, dato che vengono spesso trafugati. Ciononostante, il loro impegno è costante e nelle ultime settimane è stato “ripagato” dal ritrovamento di una serie di pietre che contenevano piume e insetti, oltre che resti di fiori, foglie e di una serie di piccolissimi rettili che vanno a colmare alcuni interrogativi relativi al periodo del Cretaceo centrale.

Proprio grazie a questi reperti, i ricercatori hanno arricchito il patrimonio paleontologico dell’area e hanno presentato uno studio dettagliato sulle preoccupanti implicazioni delle lacune legali della Birmania, facendo focus sulla cosiddetta “area grigia legale” relativa all’importazione dell’ambra e impegnandosi per sensibilizzare la comunità scientifica a livello globale.

I fossili d’ambra e la finestra sul passato

Tornando al ritrovamento, i fossili d’ambra, che altro non è che resina vegetale fossilizzata appartenente a varie età geologiche, ci riportano a ben 99 milioni di anni fa. I recenti reperti sono stati estratti nello stato settentrionale di Kachin (con una grande concentrazione rinvenuta nella valle di Hukawng) e hanno aperto una vera e propria finestra sul passato dimostrando, ancora una volta, la presenza di piume sul corpo dei dinosauri e sottolineando la loro capacità di vivere in armonia con specie più piccole come antiche lucertole e primi esemplari di serpenti.

Ancora, i fossili recentemente ritrovati hanno confermato il loro elevato metabolismo e il fatto che alcuni piccoli animali dei tempi si “nutrissero” di alcune parti del loro epitelio, oltre che del loro sangue, delle loro feci e della loro saliva. Premesse importantissime, che potrebbero permettere di avere altre informazioni su quel periodo così importante e lontano.

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