I pidocchi delle piante assediano la città, scatta l'allerta in Italia
Un'infestazione drammatica non solo per via dei disagi ai residenti: i pidocchi delle piante stanno provocando gravi danni nelle aree verdi urbane
Dal Piemonte alla Campania, fino ad arrivare nelle Isole: in Italia è attualmente in corso una vera e propria invasione di pidocchi delle piante, ormai sempre più presenti nelle aree urbane. La presenza di questi insetti di piccole dimensioni è un problema sotto moltissimi punti di vista: oltre a creare disagi significativi a residenti, turisti e attività commerciali, infatti, mettono a serio rischio le aree verdi cittadine.
Fino all’inizio della primavera la loro comparsa era effettivamente aumentata, ma adesso, complici anche le alte temperature, sembra che il loro numero sia giunto al limite dell’accettabile e stia sconfinando nell’incontrollabile, tanto che diverse associazioni ambientaliste (e non) hanno alzato la voce richiedendo degli interventi ad hoc.
Cosa sono i pidocchi delle piante?
Come sempre andiamo per ordine: i pidocchi delle piante, conosciuti scientificamente come afidi, sono come già detto degli insetti di piccole dimensioni che appartengono alla famiglia degli Aphidoidea. Hanno un corpo morbido, a forma di pera, e il loro colore può variare dal verde al nero passando anche per il marrone, per il giallo e per il rosa.
Si notano con facilità perché hanno la tendenza a raggrupparsi in grandi colonie sulle foglie, sui fusti e sui boccioli della vegetazione ed è proprio per questo che stanno diventando un problema sempre più urgente: si nutrono della linfa delle piante perforando i tessuti vegetali con il loro apparato boccale.
Se non fosse abbastanza, inoltre, possono anche trasmettere virus vegetali, causare deformazioni dei frutti e, a causa della melata, sostanza zuccherina che producono, possono favorire la crescita di funghi come la fumaggine, che ricopre le superfici delle piante e ne riduce la capacità fotosintetica.
A cosa è dovuta l’invasione?
Alla luce di quanto abbiamo detto è evidente che la presenza cospicua dei pidocchi delle piante sia un vero e proprio danno ambientale, che però non è altro che la conseguenza di un problema ancora più grande: il cambiamento climatico. L’invasione di questi afidi è infatti attribuibile a una combinazione di fattori ambientali e climatici: le temperature estreme e le condizioni meteorologiche eccezionali creano un ambiente ideale per la riproduzione e la proliferazione di questi insetti.
A Torino, per esempio, l’invasione è stata facilitata da una serie di condizioni specifiche: le numerose giornate di pioggia dei mesi precedenti, combinate con il caldo intenso degli ultimi giorni, hanno accelerato il ciclo di vita degli afidi, permettendo loro di moltiplicarsi a un ritmo senza precedenti. Questi insetti non si limitano a rimanere sugli alberi, ma aderiscono tenacemente a qualsiasi superficie, comprese le persone, i marciapiedi e le facciate degli edifici.
A San Leucio il problema è diventato cronico e ha assunto proporzioni inedite quest’anno. I residenti e i ristoratori della zona hanno segnalato la presenza massiccia di afidi su tavoli, sedie, motorini, auto e balconi. La caduta costante degli afidi dalle piante, in più, ha esteso l’infestazione anche agli spazi verdi privati e alle aiuole.
Quali sono le soluzioni?
Se a monte la soluzione è una sola, ovvero contrastare la crisi climatica in modo urgente, a livello generale l’unica cosa da fare per arginare questa infestazione in Italia è rendere frequenti e regolari (oltre che sostenibili) i trattamenti sanitari per le piante. A San Leucio, per esempio, diversi anni fa una ditta specializzata ha effettuato delle iniezioni ai platani, risolvendo temporaneamente il problema, che è tornato proprio per via del mancato rinnovo dei trattamenti.
Si potrebbero anche introdurre in natura dei predatori naturali, le coccinelle e i crisopidi e procedere con una manutenzione regolare delle aree verdi. Le soluzioni (green) non mancano, ma probabilmente ciò che manca per il momento è la volontà: riusciremo a fare qualcosa di più?