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SCIENZA

Identificati 12.802 siti antichi in Inghilterra, trovati resti dell'età del bronzo e strade romane

Chiunque può fare un'importante scoperta archeologica: in Inghilterra, un progetto che assolda semplici cittadini ha permesso di individuare oltre 12mila nuovi siti.

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Peak District Fonte foto: 123RF

Antichi tumuli funerari risalenti all’età del bronzo, strade romane e villaggi medievali abbandonati: queste sono solo alcune delle incredibili scoperte fatte negli ultimi tre mesi in Inghilterra, grazie ad un curioso progetto archeologico che consente anche a semplici cittadini di partecipare agli scavi, con l’obiettivo di esplorare un maggior numero di aree ricche di reperti. In questo modo, sono riemersi ben 12.802 antichi siti di cui finora non si aveva conoscenza. Ecco cosa sappiamo.

Il progetto Deep Time, per appassionati archeologi

Facciamo un piccolo passo indietro: questo incredibile lavoro che ha visto la cooperazione di esperti ed archeologi in erba è frutto di un interessante progetto chiamato Deep Time, inaugurato solo pochi mesi fa. L’iniziativa è stata condotta da DigVentures, impresa sociale di archeologia fondata nel 2012, che consente ai più curiosi di prendere parte a scavi di ricerca, e dal National Trust, organizzazione inglese che protegge e gestisce grandi aree naturali in tutto il Paese. Coloro che hanno partecipato al progetto sono stati coinvolti in operazioni di ricerca attraverso l’osservazione di dati satellitari ad alta risoluzione e immagini lidar.

Le zone interessate sono state soltanto tre, in un’area complessiva di circa 500 km quadrati: si tratta di una piccola regione del Peak District (compresa tra il Derbyshire, il West Yorkshire e il South Yorkshire), Wallington (nel Northumberland) e le zone di Purbeck e Studland (nel Dorset). In appena tre mesi, grazie al duro lavoro degli archeologi professionisti che hanno affiancato gli oltre mille volontari, è stato così possibile individuare ben 12.802 siti finora sconosciuti. "Ora abbiamo i risultati preliminari e sono davvero impressionanti" – ha affermato Maiya Pina-Dacier, archeologa senior di DigVentures.

Le nuove scoperte archeologiche in Inghilterra

Tra gli altri reperti venuti alla luce durante le operazioni di ricerca, si contano 262 tumuli che potrebbero risalire all’età del bronzo e tre strade d’epoca romana. "Grazie ai nostri Pastronauti [così vengono chiamati i dilettanti archeologi che hanno partecipato al progetto, ndr], siamo stati in grado di mappare aree molto più grandi, in modo molto più dettagliato e molto più rapidamente di quanto avrebbero potuto fare gli archeologi professionisti da soli. Sono davvero entusiasta della portata delle scoperte fatte. Ora possiamo andare sul campo con molti dei partecipanti che ci hanno aiutato a trovare questi siti, controllarli e potenzialmente anche scavarli" – ha dichiarato il dottor Brendon Wilkins, fondatore di DigVentures.

Per il momento, non sono ancora state rese note le precise coordinate dei rinvenimenti archeologici, per evitare che qualcuno possa compiere scavi illeciti. Il progetto, finanziato da Innovate UK e Heritage Innovation Fund, ha come obiettivo non solo la scoperta di nuovi siti archeologici, ma anche la tutela di quelli già portati alla luce per combattere gli effetti negativi della crisi climatica. "Tutti e tre i paesaggi che abbiano analizzato sono già colpiti dai cambiamenti climatici e il National Trust sta svolgendo un enorme lavoro per implementare misure di recupero della natura e di resilienza del paesaggio" – ha concluso Wilkins.

Il National Trust si occupa di 123 km quadrati all’interno del parco nazionale del Peak District, oltre che dei 35 km quadrati dell’area di Purbeck e Studland. Questi paesaggi sono oggi messi in pericolo dal riscaldamento globale, in particolar modo dall’innalzamento dei livelli del mare e dalla sempre più rapida erosione costiera. Il rischio è di perdere preziosi siti archeologici e habitat naturali che potrebbero cedere sotto la pressione di un vero e proprio collasso climatico.

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