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SCIENZA

È iniziata a cadere neve rosa: cosa sta succedendo

Perché in alcuni luoghi la neve è diventata rosa? È tutta colpa di una particolare alga, e questo spettacolo affascinante potrebbe rappresentare una minaccia.

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Candide distese di neve tra le montagne ora si tingono di rosa, una sfumatura tanto bizzarra che ci regala una visione suggestiva: che cosa sta succedendo? È quello che si sono chiesti gli scienziati, partiti per una missione esplorativa che ci ha svelato qualcosa in più su questo fenomeno così particolare. E le prime risposte non sono incoraggianti, perché è emersa una possibile minaccia per l’uomo.

Perché la neve sta diventando rosa

Negli ultimi mesi, si sono verificati diversi avvistamenti di neve rosa o rossastra in svariate parti del mondo. Se in molti casi ciò è dovuto alla presenza di sabbia del deserto che, grazie all’azione del vento, si è depositata sul mano bianco, in alta montagna e nelle regioni polari può avere cause ben diverse. Il fenomeno della neve rosa è infatti provocato dallo sviluppo di alghe del genere Chlamydomonas nivalis, appartenenti alla classe delle alghe verdi pigmentate di rosso. Questi organismi si trovano soprattutto nelle aree alpine e polari di tutto il mondo: le loro cellule vegetative crescono all’interno dello strato di neve e, nello sporificare, rilasciano il loro colore rossastro che emerge soprattutto quando inizia il periodo dello scioglimento.

Le alghe Chlamydomonas nivalis sono ricche di carotenoidi (tra cui anche l’astasantina), che producono questa brillante sfumatura: è proprio per il suo colore che la neve, in questi angoli remoti del pianeta, viene chiamata con nomi particolari e molto evocativi come watermelon snow o blood snow. Le fioriture algali che si sviluppano sul candido manto nevoso rappresentano uno spettacolo della natura davvero affascinante. Per gli scienziati, tuttavia, sono anche una minaccia da tenere sotto controllo, sia per l’ambiente che per l’uomo stesso.

Neve rosa, quali sono i pericoli

Un team di esperti capitanati da Jim Elser, ecologista dell’Università del Montana e direttore della Flathead Lake Biological Station, ha condotto una lunga ricerca sul campo per individuare le alghe della neve e studiarle attentamente. Gli scienziati si sono così arrampicati tra i pendii della Clements Mountain all’interno del Glacier National Park del Montana, sino a scovare una splendida distesa di neve rosa. Analizzando il suo comportamento, hanno potuto verificare che la presenza delle alghe comporta una modifica nell’habitat circostante: questo accade perché la neve, contaminata dalla fioritura algale, assorbe più calore e si scioglie in maniera molto più rapida.

Il problema è che ciò ha un notevole impatto sia sull’ambiente che sull’uomo, cambiando l’approvvigionamento idrico delle regioni più settentrionali del mondo – che si basa in gran parte proprio sullo scioglimento della neve. Elser ha infatti deciso di studiare le alghe della neve proprio per capire meglio come queste si sviluppano, nella speranza di arginare i cambiamenti che potrebbero causare difficoltà negli Stati del nord. Quando la neve si scioglie in maniera graduale, le acque si dirigono a valle con costanza per tutta la stagione fornendo risorse idriche e agevolando la pesca. Si tratta di un fenomeno prevedibile e in un certo modo quantificabile, che non lascia troppo spazio ad imprevisti.

Se invece la neve inizia a sciogliersi troppo rapidamente, i corsi d’acqua potrebbero diventare più caldi del solito e avere un flusso molto più ridotto con l’avvicinarsi dell’estate, causando problemi sia per la fauna acquatica che per gli uomini, riducendo le possibilità di approvvigionamento idrico nel periodo più rovente dell’anno. Le fioriture algali potrebbero dunque rappresentare un altro fattore da tenere in considerazione, accanto ai cambiamenti climatici, nel cercare una soluzione al problema della siccità che negli ultimi anni è diventato una vera e propria emergenza.

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