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SCIENZA

Una "neve di sangue" è apparsa misteriosamente, perché non è un buon segno

Alcuni ricercatori hanno raccolto quella che viene chiamata "Neve di sangue" o anche "Neve anguria/Watermelon Snow": ed ecco perché non è per niente un buon segno

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Neve rossa o di sangue, la neve misteriosa analizzata dalla scienza Fonte foto: Wikimedia Common

Compare sulle Alpi, ma non solo: la sua impronta cremisi e le sue sfumature rubino baciano alcune delle vette più alte del mondo: è la neve di sangue, chiamata anche watermelon snow [neve anguria, ndr] per il suo aspetto e per la sua consistenza. Nonostante l’aspetto che assume crei panorami spettacolari, il nome dice già tutto quello che c’è da sapere: la sua presenza non indica niente di buono per la salute del Pianeta.

Questo tipo di neve appare in maniera piuttosto frequente durante l’estate, ma la verità è che da un po’ di tempo a questa parte compare prima e tarda a scomparire. E anche questo è un segnale estremamente indicativo e fa già presagire i motivi per cui i ricercatori sono sempre più preoccupati.

Che cos’è la neve di sangue?

La neve di sangue è un tipo di neve rossa la cui colorazione è dovuta alla presenza di un’alga dal nome Chlamydomonas Nivalis. Si tratta di un’alga che in realtà è verde, ma contiene astaxantina, un pigmento carotenoide rosso che si combina alla clorofilla. Quando la neve viene compressa, la pigmentazione scurisce significativamente e crea delle aree più soggette allo scioglimento, attirando in maniera più significativa i raggi del sole.

Ciò che preoccupa i ricercatori è che la Chlamydomonas Nivalis si è evoluta in un nuovo genere, chiamata Sanguina. Questa variante d’alga assorbe in maniera più intensiva il calore e attiva un processo di protezione che funziona un po’ come una "crema solare", mettendosi al sicuro inglobando il calore in modo per lei sano e creando fioriture algali che possono estendersi da 20 a 30 metri e andare in profondità per oltre 25-30 centimetri.

Il ruolo della neve rossa nel disgelo

Perché questa evoluzione sarebbe preoccupante? Per due ragioni. In primis, il suo ruolo nel disgelo: la Sanguina fa sciogliere la neve molto più velocemente, a ritmi spaventosi. Questo significa che le aree colpite stanno diventando sempre più secche, in maniera abbastanza allarmante: colpa del riscaldamento globale, che attiva il processo di proliferazione e di protezione di quest’alga e che crea tutte le condizioni per renderla sempre più resistente.

Poi, perché la Sanguina si sta diffondendo molto velocemente a diversi livelli di altezza. Prima, infatti, la si poteva rintracciare solo tra i 10.000 e i 12.000 metri d’altezza. Di recente, invece, lo scienziato Eric Marechal ne ha raccolti diversi campioni a "soli" 2.500 metri d’altezza e ha lanciato l’allarme, spiegando che è necessario trovare un modo (rispettoso per l’ecosistema) per arginare il processo.

Il volume della neve e lo scioglimento dei ghiacci

La presenza della neve rossa è l’ennesimo segnale d’allarme che indica che il nostro Pianeta è a rischio per il suo surriscaldamento e per la siccità. Diversi team di ricercatori sono al lavoro per monitorare i volumi attuali di neve presenti sulle diverse vette del globo. Attualmente, quelle delle Alpi sono le zone più bersagliate dalla Sanguina, con aree sempre più colonizzate e macchie secche sempre più presenti e preoccupanti.

Il direttore del CEA di Grenoble, Alberto Amato, ha già affermato che la Sanguina sembra aumentare in maniera quasi inarrestabile e che il suo contatto con l’anidride carbonica a diversi livelli d’altezza sia destinato a creare un impatto devastante. Mentre aumenta la preoccupazione, però, continuano gli studi. Sperando di non essere già arrivati al punto di non ritorno.

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