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La UE conferma: TikTok è un gatekeeper e deve rispettare il DMA

Secondo il Tribunale dell’Unione europea TikTok è un gatekeeper e quindi dovrà rispettare le norme imposte dal Digital Market Act. Ecco cosa cambia per gli utenti

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tiktok Fonte foto: XanderSt / Shutterstock.com

Anche TikTok dovrà rispettare le regole del Digital Market Act (DMA): a dirlo è stato il Tribunale dell’Unione europea che ha identificato il noto social network come un “gatekeeper“, cioè una di quelle aziende che occupano una posizione dominante sul mercato digitale.

La società, dunque, ha tempo fino a marzo per regolarizzare le sue politiche di utilizzo nel pieno rispetto del DMA e sistemare eventuali incongruenze con la legge europea che potrebbero portare a pesanti sanzioni e, addirittura, al blocco della piattaforma per tutti gli utenti europei.

TikTok e il DMA, cosa cambia

Dato che ByteDance (la società cinese dietro a TikTok) ora fa ufficialmente parte delle aziende gatekeeper, si trova costretta dall’UE a rispettare quanto imposto dal Digital Market Act.

Nonostante il colosso della tecnologia abbia già cercato di fare ricorso contro tale decisione, il Tribunale dell’unione europea ha respinto la cosa, sottolineando con forza che se ByteDance non si adatterà al DMA non potrà continuare a operare in Europa.

A partire dal prossimo 1° marzo, quindi, anche TikTok dovrà attuare una serie di modifiche per regolarizzare la sua posizione nei confronti dell’UE, tra queste ci sono la possibilità che aziende di terze parti accedano ai servizi della piattaforma e la richiesta esplicita per tutti gli utenti di dare o meno il consenso per utilizzare i propri dati personali per le inserzioni pubblicitarie personalizzate, esattamente come è stato qualche mese fa per Facebook, Instagram e tutte le altre aziende considerate gatekeeper.

Tiktok e l’UE, altre controversie

Quello sul Digital Market Act non è l’unico punto di contrasto tra TikTok e l’Unione europea che, già da diverso tempo, si è interrogata sulle modalità di moderazione dei contenuti sulla piattaforma, soprattutto per quelli rivolti ai minorenni.

Il dubbio dell’UE, deriva dal fatto che sul celebre social sono spesso presenti anche video sessualmente espliciti o violenti che non sono adatti al pubblico più giovane.

Questo, naturalmente, va in contrasto con quanto sancito dal Digital Services Act (DSA), che ha il compito di regolamentare il funzionamento di tutte quelle società che forniscono servizi digitali. Tra le varie norme c’è tutto il capitolo che riguarda i contenuti online, che interessa anche i social network, che hanno l’obbligo di tutelare i minori da tutti quei contenuti ritenuti pericolosi o inadatti a loro.

Perciò già in questo frangente ByteDance si è trovata in contrasto con l’UE, ed è dovuta intervenire per modificare il funzionamento di TikTok e rendere la piattaforma più sicura.

Infine, l’altro punto di dissenso tra ByteDance e l’UE riguarda la tassa imposta per la regolamentazione delle piattaforme, chiamata “tassa di supervisione” che ha il compito di finanziare i costi sostenuti per le attività di controllo messe in atto dalla Commissione europea.

Una tassa che in molti ritengono ingiusta ma che, effettivamente, è una delle norme chiave del DSA e che quindi tutte le big tech che operano in Europa devono pagare, ByteDance inclusa.

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